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Armi e munizioni, cresce l’export italiano verso il Medio Oriente
Nel 2016 Arabia Saudita e Giordania sono stati i principali destinatari dei 161 milioni di euro in armi e munizioni esportati dal nostro Paese verso la regione, su un totale che supera il miliardo e 200 milioni di euro. I dati del rapporto annuale Opal evidenziano un trend in continua crescita dal 1997 a oggi
Anche nel 2016, l’export italiano di armi e munizioni -sia di tipo militare, sia di tipo comune- vede un leggero calo (-2,4%) rispetto all’anno precedente, passando dai 1.252.573.023 euro del 2015 ai 1.222.438.632 del 2016. Ma se si guarda il trend di esportazioni sul lungo periodo, ci si accorge di come il settore goda in realtà di ottima salute, con una crescita costante dalla fine degli anni Novanta a oggi. Nel 1997, infatti, l’Italia esportava armi e munizioni per un valore di 576milioni di euro (cifra espressa in valori euro costanti al 2015) per raggiungere il miliardo e 222 milioni di euro nel 2016. Con un picco massimo di 1.299.714.632 euro nel 2014. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere e politiche di sicurezza e di difesa (Opal) di Brescia, che ha analizzato gli ultimi dati pubblicati da Istat ed Eurostat.
I dati esaminati da Opal non considerano tutti i materiali militari complessi (navi, mezzi terrestri,…) ma solo i materiali che rientrano nella categoria “armi e munizioni”, ovvero le armi propriamente dette (mitragliatrici, fucili, carabine, pistole, revolver,…) sia di tipo militare sia di tipo comune. Oltre al munizionamento pesante (bombe o altri ordigni) e leggero (munizioni, pallottole, cartucce,…).
Se da un lato il valore complessivo dell’export di armi e munizioni per il 2016 è in calo, il report di Opal evidenzia un aumento delle forniture -e in modo particolare del munizionamento militare- verso i Paesi del Medio Oriente, per un valore di oltre 161 milioni di euro, con un incremento del 63% rispetto al 2015.
A fare la parte del leone sono l’Arabia Saudita (40 milioni di euro) e la Giordania (52 milioni di euro). Un altro forte incremento si registra nell’export di rivoltelle e pistole, con un valore complessivo di oltre 76 milioni di euro: si tratta della cifra più alta mai registrata dal 1990 a oggi. A preoccupare gli osservatori di Opal sono -ancora una volta- i Paesi di destinazione di queste armi: oltre agli Stati Uniti (circa 40 milioni di euro) ci sono l’Iraq (14.820.131 euro) e diversi Paesi dell’America Latina tra cui il Messico (oltre 5mila pistole per un valore di 1.645.377 euro) e il Venezuela (1.550 pistole per un valore di oltre 762mila euro).
“L’analisi dei dati –commenta Giorgio Beretta, analista di Opal e autore del rapporto- conferma innanzitutto il protrarsi nel 2016 e anche nel primo semestre del 2017 di spedizioni di munizionamento dalla Sardegna alle forze armate dell’Arabia Saudita: si tratta di bombe aeree che sono utilizzate dall’aeronautica militare saudita per effettuare bombardamenti in Yemen, anche sulle zone civili”. Che le bombe prodotte in Sardegna vengano impiegate nel conflitto in corso nella Penisola arabica è dimostrato dal Rapporto finale del gruppo di esperti delle Nazioni Unite sullo Yemen del gennaio 2017.
Si tratta delle bombe fabbricate presso lo stabilimento di Domusnovas dalla “RWM Italia”: solo nei primi sei mesi del 2016 ne sono state spedite dalla Sardegna per oltre 28,4 milioni di euro. “Il che significa che le forniture si sono sestuplicate rispetto ai 4,7 milioni dei primi sei mesi del 2015”, aggiunge Beretta.
Altro osservato speciale è la Giordania, verso cui nel 2016 sono state esportate armi per un valore pari a 50 milioni di euro. La parte più consistente di queste esportazioni viene dalla provincia di Roma (poco più di 49 milioni di euro): “È logico pensare che si tratti di materiali militari, le aziende che producono armi su quel territorio sono specializzate nella produzione di munizioni per quel settore. Di sicuro non sono pistole per la difesa personale, né fucili da caccia o per il tiro sportivo”, sottolinea Beretta, che chiede al Governo di fare chiarezza anche sulle autorizzazioni all’esportazione verso la Giordania. “Nella relazione che il Governo ha inviato ad aprile alle Camere non c’è traccia di questa autorizzazione e anche in quelle degli anni precedenti, le autorizzazioni all’esportazione di armamenti verso la Giordania non raggiungono i 28 milioni di euro. È necessario che il Parlamento chieda di fare chiarezza”, conclude Beretta.
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