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Aids: l’inchiesta di Ae in Parlamento. L’interrogazione al ministro Lorenzin
La presidente della commissione Sanità del Senato ha presentato un’interrogazione orale al ministro Beatrice Lorenzin dopo l’articolo di Altreconomia dedicato al vaccino italiano contro l’HIV, che fa chiarezza sullo stato dell’arte a 16 anni dall’avvio del programma di ricerca: la sperimentazione è stata, in parte, sospesa. Potete leggere l’inchiesta di "Altreconomia" acquistando la rivista nelle botteghe di commercio equo e solidale, in formato PDF, mobi o kindle dal nostro sito, oppure su smartphone e tablet (per Apple e Android).
L’inchiesta di Altreconomia 160 si chiede "Aids, dov’è il vaccino", e interroga il Paese sul programma di ricerca per un antidoto italiano contro l’HIV annunciato 16 anni fa. La ricostruzione di Duccio Facchini spiega che i risultati non sono stati raggiunti e che la sperimentazione è stata in parte sospesa. Nonostante 49 milioni di euro stanziati dal nostro Paese, inoltre, nel 2014 è stata decisa la parziale privatizzazione dei brevetti.
È questo, in particolare, ad aver portato il nostro lavoro all’attenzione di Emilia Grazia De Biasi, presidente della commissione Sanità al Senato, che ha presentato oggi (giovedì 15 maggio) un’interrogazione parlamentare (riportata qui sotto) in merito al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
Potete leggere l’inchiesta di "Altreconomia" acquistando la rivista nelle botteghe di commercio equo e solidale, in formato PDF, mobi o kindle dal nostro sito, oppure su smartphone e tablet dopo aver scaricato le nostre applicazioni (per Apple e Android).
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Al Ministro della Salute
Premesso che:
secondo un’inchiesta condotta dal mensile Altreconomia e pubblicata nel 1998 la dottoressa Barbara Ensoli, vice presidente della Commissione nazionale per la lotta contro l’Aids e direttore del Centro nazionale Aids presso l’Istituto Superiore della Sanità, annunciò che grazie ad una proteina virale, la Tat, si sarebbe potuto ottenere un vaccino dal potere sia preventivo che terapeutico;
successivamente, nel corso degli ultimi sedici anni, sono stati stanziati 49 milioni di euro di finanziamenti pubblici per il predetto programma di ricerca contro l’HIV. Ad oggi, nonostante l’ingente somma stanziata, risulterebbe la sospensione della sperimentazione, nonché la parziale privatizzazione dei brevetti;
il 4 marzo 2014, il consiglio di amministrazione dell’Istituto Superiore della Sanità, con delibera n. 7, ha stabilito che: "La fase che il programma vaccino ha raggiunto impone il suo trasferimento dal settore pubblico, dove ha raggiunto i limiti massimi sostenibili in termini di investimenti finanziari, al settore privato […] per le connesse successive fasi di registrazione e industrializzazione. […]. Ed è per questo che al fine di reperire le risorse necessarie […] si rende necessario concedere a Vaxxit Srl una opzione di licenza esclusiva (della durata di 18 mesi) per l’utilizzo dei suddetti brevetti".
secondo quanto emergerebbe dalla predetta inchiesta, la predetta Vaxxit srl sarebbe una piccola società, con un capitale sociale pari a 10 mila euro, di cui circa il 70% risulterebbero appartenere alla stessa dottoressa Ensoli.
Si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa, se corrispondano al vero e quali siano le sue valutazioni in merito;
se sia prassi abituale vendere a privati i brevetti relativi a sperimentazioni finanziate con stanziamenti pubblici;
se non ritenga opportuno verificare l’esistenza di eventuali abusi e conseguentemente se non ritenga, anche mediante specifici indirizzi, garantire che la sperimentazione nel campo della ricerca contro l’HIV sia condotta nell’esclusivo interesse della salute dei cittadini e posta al riparo da speculazioni;