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A Stromboli la situazione di rischio idrogeologico è grave. Le proteste degli abitanti

I torrenti che solcano la montagna, il centro abitato di Stromboli e, sullo sfondo, Strombolicchio © Sebastiano Cannavò

Dopo ogni pioggia fiumi di terra e materiale roccioso, anche di grosse dimensioni, piombano nel centro abitato dell’isola per poi essere rimossi da volontari e residenti. Da due anni la popolazione vive nell’ansia e nel terrore a ogni allerta meteo. Invoca la Protezione civile, mezzi idonei sul territorio per tutto l’inverno, lo stato di emergenza nazionale e chiarimenti sulle iniziative per affrontare una situazione insostenibile

Il rumore dell’acqua e delle pietre che scendono a valle, la paura. E poi i fiumi di fango e detriti trasportati dai torrenti che solcano la montagna, che invadono strade e abitazioni.

È quello che ormai da due anni, a ogni pioggia, vivono gli abitanti di Stromboli e ora anche della frazione di Ginostra, sul versante opposto del vulcano eoliano. Le ennesime forti piogge che il 6 novembre e prima ancora il 19 ottobre hanno colpito l’isola hanno spinto il sindaco Riccardo Gullo a chiedere la dichiarazione di stato di emergenza nazionale per la messa in sicurezza del territorio e dei torrenti, trasformatisi in canyon.

Il 14 novembre gli strombolani scendono perciò in piazza per “la grave situazione di rischio idrogeologico e pericolo per l’incolumità degli abitanti”. Gli organizzatori della manifestazione chiedono la presenza della Protezione civile nazionale e mezzi idonei sul territorio per tutto l’inverno, lo stato di emergenza nazionale e chiarimenti sulle iniziative per affrontare la situazione.

A inizio novembre la Camera dei deputati ha approvato una mozione presentata dal Partito democratico che chiede “urgenti iniziative, volte a garantire l’integrale copertura finanziaria dei lavori di messa in sicurezza del territorio di Stromboli” in vista proprio dell’inverno.

A Stromboli, così come nella frazione di Ginostra -finora indenne- la situazione è disastrosa. Dopo ogni pioggia si ripetono le stesse scene: fiumi di terra e materiale roccioso, anche di grosse dimensioni, che scendono nel centro abitato per poi essere rimossi da volontari e cittadini. Da due anni la popolazione vive in uno stato di ansia e terrore a ogni allerta meteo. L’emergenza conseguente all’alluvione del 2022 si è chiusa a fine agosto e adesso è tornata la gestione ordinaria con il completamento degli interventi.

“Sono stati stanziati dei fondi ma le opere tardano a essere eseguite e nel frattempo la situazione si è modificata -spiega Rosa Oliva, la presidente della Pro Loco Stromboli-. Quelli che erano torrenti nel 2022 ora sono delle autostrade. Intanto lo scorso agosto l’eruzione del vulcano ha depositato sull’isola una coltre di cenere che funziona da rampa di lancio per l’acqua e per i detriti accumulati. Da anni chiediamo la manutenzione ordinaria dei torrenti: gran parte dell’isola è Riserva naturale orientata nonché patrimonio Unesco. Non c’è stata alcuna programmazione, ci troviamo in presenza di una cura che ha saltato vari passaggi, tra cui prevenzione e manutenzione”.

Gli interventi necessari sui corsi d’acqua dell’isola sono stati autorizzati più di un anno fa, ha chiarito l’amministrazione comunale. L’Autorità di bacino (competente sul demanio fluviale) ha prodotto i Dip (Documenti di indirizzo programmatico) ed è stata firmata la convenzione con Invitalia. Il 25 ottobre è scaduta la gara d’appalto e si sarebbero dovuti definire i nomi delle ditte incaricate ma ancora si attende una decisione. Intanto sull’isola, dove si continua a spalare senza sosta, fervono le polemiche anche sulla mancata comunicazione, nei confronti della popolazione, degli aspetti più tecnici.

“Sarebbe necessario procedere a una verifica sui versanti della montagna effettuando sopralluoghi con tecnici qualificati senza escludere chi conosce molto bene la montagna -si legge in una nota del comitato organizzatore della manifestazione-. Oggi esistono situazioni di instabilità (fronti di smottamenti, frane, etc.) che rendono urgente la messa in sicurezza dei centri abitati”. In un territorio per sua natura fragile e in continuo mutamento, la situazione necessita di tempi rapidi d’intervento, coordinamento tra i vari enti e istituzioni oltre a mezzi e risorse adeguati, sostiene il comitato. “I tempi della natura non aspettano quelli della burocrazia”, ripetono gli abitanti.

“L’alluvione del 12 agosto 2022, verosimilmente conseguenza dell’incendio precedente -prosegue ancora la nota- ha determinato importanti modifiche del territorio e una progressiva fragilità della montagna”.

Durante la realizzazione della fiction Rai “Sempre al tuo fianco”, il 25 maggio 2022, la produzione rifece la scena di un incendio a pochi metri dal centro abitato in una giornata di forte vento. Il rogo, sfuggito al controllo della troupe, divampò per tutta l’isola distruggendo oltre 240 ettari di vegetazione. Due mesi e mezzo dopo, un’alluvione fece cadere dalla montagna carbonizzata oltre 40mila tonnellate di terra e fango danneggiando case, strade e ferendo alcune persone.

È in corso un’indagine per accertare le responsabilità, valutare i danni e l’eventuale connessione tra i due eventi. Dopo oltre due anni l’isola di Stromboli e la sua popolazione -che durante il rogo ha impedito al fuoco di distruggere anche il centro abitato creando linee tagliafuoco- paga ancora le conseguenze dell’assenza di tutela del territorio, nonostante i 16 milioni di euro stanziati dalla Protezione civile per l’emergenza.

La popolazione chiede risposte e, a ogni pioggia, continua a spalare fango: l’ultima, nella notte del 10 novembre. “Una notte di terrore per gli isolani che chiusi in casa hanno pregato affinché le loro abitazioni e le loro stesse vite venissero risparmiate dalla furia dei torrenti in piena”, denuncia Gianluca Giuffrè del Comitato per Ginostra.

L’11 novembre il sindaco Gullo ha convocato una riunione online con tutti gli enti coinvolti –Regione, prefettura, Protezione civile, Autorità di bacino, Dipartimento sviluppo rurale, Genio civile, Invitalia, etc.- per decidere gli interventi urgenti a protezione degli abitati in seguito agli ultimi eventi alluvionali.

Sull’isola vi è una “stretta connessione fra rischio vulcanico e quello idrogeologico”, ricorda l’amministrazione. Gli effetti erosivi e di accumulo delle colate detritiche generate dagli eventi meteo si alimentano del materiale vulcanico: è un luogo geologicamente fragile, complesso e in continuo mutamento. Tutti concordano che i fenomeni delle ultime settimane indicano importanti modifiche nel sistema idrogeologico dell’isola. C’è chi parla di disastro ambientale.

“Vogliamo far sentire la nostra disperazione e la nostra delusione nel vedere che siamo abbandonati a noi stessi -dice Rosaria Cincotta, residente dell’isola-. Ad ogni pioggia è sempre peggio e intanto, nonostante i fondi, noi preghiamo e spaliamo”.

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