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Interni / Opinioni

La mafia s’è fatta impresa, e pure banca

Antonino Piero Mancuso, presidente della Bcc di Paceco, nel trapanese, commissariata per sei mesi a fine novembre dal tribunale di Trapani, su proposta della Dda di Palermo

In Lombardia, un imputato su 4 per associazione di tipo mafioso è un imprenditore. E a Trapani finisce
in amministrazione giudiziaria un istituto di credito

Le mafie agiscono come imprese e come banche. Attraverso specifiche attività di corruzione e di riciclaggio di denaro sporco, le cosche investono e prestano denaro, sia in Italia che all’estero, mirando ad appropriarsi e a controllare settori importanti del sistema economico. Tra i vari indicatori di questo trend, possiamo considerare i dati dell’ultimo Rapporto dell’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, pubblicato a luglio 2016. Nel 2015 sono state più di 82 mila le operazioni finanziarie sospette a testimonianza di come “le interrelazioni fra criminalità e affari sono sempre più strette e organiche” secondo il direttore dell’ufficio, Claudio Clemente. Il maggior numero di operazioni sospette -16.892, il 20,5% del totale-  è stato registrato in Lombardia, dove la presenza mafiosa è ormai radicata da diversi anni, come sostiene anche dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nelle sue ultime relazioni annuali, e come attestano alcuni recenti studi accademic

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