Finanza / Opinioni
Chi ha in mano il mercato finanziarizzato della salute degli Stati Uniti
Le principali assicurazioni sanitarie negli Usa -da UnitedHealthcare a Elevance health- hanno tutte come principali azionisti Vanguard, BlackRock, State Street. I tre grandi fondi hanno quote rilevanti anche negli istituti di credito e nelle compagnie legali che dovrebbero tutelare i pazienti. E nella transizione tra Biden e Trump c’è stata un’altra acquisizione importante. L’analisi di Alessandro Volpi
Negli Stati Uniti persino per essere soccorsi da un’ambulanza occorre avere un’assicurazione sanitaria, indispensabile poi per il ricovero, le cure e tutti gli altri trattamenti sanitari.
Le assicurazioni sanitarie che “gestiscono il mercato della salute” sono una decina circa: UnitedHealthcare, Elevance health, Centene, WellCare, Humana Inc., Cigna, Progyny, Alignment healthcare. Che cosa hanno in comune? Hanno praticamente tutte come principali azionisti Vanguard, BlackRock, State Street, che ne detengono partecipazioni azionarie intorno al 20-25%.
La sanità Usa è quindi in mano alle Big Three che devono ottenere da tale settore rendimenti in grado di remunerare i propri azionisti e soprattutto i propri risparmiatori. Il suo valore non dipende così dall’efficacia delle cure ma dal prezzo dei titoli azionari delle stesse assicurazioni che salgono ogni volta che tali società riducono i costi e, dunque, non somministrano trattamenti che siano troppo onerosi. Solo così le Big Three, e i risparmiatori che ci hanno messo i soldi guadagnano.
Finanziarizzare la sanità significa che il risparmiatore che si affida a UnitedHealthcare per le proprie future malattie entra in conflitto, e perde, con la massa dei risparmiatori che si sono affidati attraverso altre strade a Vanguard, BlackRock e State Street, o, secondo un calcolo cinico, sono meno costosi. Vale la pena ricordare che le stesse Big Three sono anche le azioniste di riferimento delle compagnie legali a cui si devono rivolgere i pazienti ai quali l’assicurazione non paga la cura. In pratica, esiste una sola catena di controllo, totalmente finanziarizzata, che comprende le assicurazioni sanitarie e le compagnie legali che difendono sia le assicurazioni stesse sia i pazienti.
Naturalmente gli stessi tre grandi fondi sono anche gli azionisti principali delle banche che concedono prestiti agli americani per farsi le assicurazioni sanitarie, dal momento che hanno il 25-30% della proprietà azionaria del sistema bancario statunitense.
In quest’ottica, BlackRock ha annunciato di aver acquistato Hps Investment partners, leader globale nel credito privato con circa 150 miliardi di dollari in gestione. In pratica, oltre a essere azionista di JpMorgan e di gran parte delle principali banche mondiali, la società guidata da Larry Fink ha deciso di dotarsi di uno strumento “diretto” in grado di agire nel settore del credito privato, occupando nuovi spazi di monopolio non solo in termini di gestione del risparmio ma ora anche del credito “diretto”.
È interessante che l’operazione avvenga mentre l’amministrazione Biden è scaduta e Donald Trump non si è ancora insediato. Nei passaggi di potere politico, il capitalismo finanziario è rapidissimo e riesce a indebolire ancora di più la democrazia esasperando l’ingiustizia sociale secondo un modello che stiamo replicando, in maniera pedissequa, anche in Italia, dove la fuga dei ricchi dal fisco, e dal finanziamento pubblico della sanità, presenta esempi eloquenti.
Sono infatti una quindicina i miliardari italiani che risiedono in Svizzera e molti di loro hanno fatto fortuna con la chiara celebrazione del proprio marchio italiano. Nell’elenco compaiono infatti i fratelli Giuliani, quelli dell’amaro, Gianluigi Aponte, patron delle crociere nel Mediterraneo nazionale, la famiglia Bertarelli, della farmaceutica italiana, la famiglia Perfetti, la famiglia Zegna e altri campioni del Made in Italy.
Naturalmente non poteva mancare la famiglia Agnelli, con Margherita Agnelli de Pahlen, impegnata in uno scontro durissimo con gli Elkann, naturalmente tutto domiciliato in Svizzera. In totale, il valore della ricchezza oltralpe dei super ricchi italiani supera gli 80 miliardi di euro. Italiani nell’immagine, svizzeri nel portafoglio.
Alessandro Volpi è docente di Storia contemporanea presso il dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Si occupa di temi relativi ai processi di trasformazione culturale ed economica nell’Ottocento e nel Novecento. Il suo ultimo libro è “Nelle mani dei fondi” (Altreconomia, 2024)
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