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Cultura e scienza / Intervista

Gianni Berengo Gardin. Una vita di buone foto

Berengo Gardin nel suo studio milanese, dove sono custoditi i provini di oltre due milioni di fotografie © Nicola Villa

Punto di riferimento della fotografia, Berengo Gardin ha raccontato l’Italia senza compromessi: dalla vita operaia ai manicomi, dal reportage sociale al viaggio su treni e vaporetti, sempre alla ricerca della verità dell’immagine

Tratto da Altreconomia 276 — Dicembre 2024

"Sono nato con la camicia”, racconta Gianni Berengo Gardin, nato a Santa Margherita Ligure il 10 ottobre 1930, icona della fotografia italiana, con il suo consueto understatement. Come i suoi scatti, incontri e libri fossero solo questione di fortuna, mentre invece hanno trasformato il reportage e la fotografia contemporanea. Ha sempre vissuto il suo mestiere come un amatore, seguendo il proprio istinto e documentando l’Italia dal Dopoguerra a oggi, dagli anni Cinquanta in poi. Cresciuto a Venezia e vissuto a Roma e Milano, il suo lavoro spazia dal reportage sociale all’architettura.

Con 263 libri pubblicati, un piccolo record, e oltre 200 mostre internazionali, Berengo Gardin è oggi tra i fotografi più influenti, oltre a essere considerato un maestro per diverse generazioni. Tra i suoi libri più celebri: “Dentro le case” (Electa, 1977), “Dentro il lavoro” (Electa, 1979), “Venezia e le grandi navi” (Contrasto, 2015) e “Sicilia 1966/2008” (Humboldt books, 2

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