Economia / Opinioni
Diventare autoproduttori di energia rinnovabile si può
Il costo degli impianti fotovoltaici residenziali è in continua discesa e oggi è possibile anche condividere l’energia non utilizzata. La rubrica di Giacomo Prennushi
L’autoproduzione di energia rinnovabile con l’installazione di un impianto fotovoltaico per i propri fabbisogni domestici è una scelta economica ed etica. Economica perché rappresenta un investimento con tempi di ritorno di circa sei, sette anni, dopo i quali genera profitto per i successivi venti, ed etica perché è un’azione concreta e diretta per ridurre il proprio impatto ambientale. Per non parlare della soddisfazione di utilizzare l’energia prodotta dal proprio tetto, simile a quella del mangiare le zucchine del proprio orto.
L’unico vincolo è l’avere a disposizione una porzione di tetto su cui installare i pannelli. È un’opzione più semplice se si vive in una casa monofamiliare o plurifamiliare, un po’ più complessa se si abita in condominio. Ma il meccanismo della condivisione dell’energia previsto dai sistemi di autoconsumo collettivo di energia rinnovabile parte dello schema di incentivazione delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer), favorisce il superamento delle barri
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