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Crisi climatica / Opinioni

L’Europa a destra e il destino della transizione

© Frederic Koberl - Unsplash

Gli equilibri a Bruxelles sono cambiati. Il nuovo Parlamento e la nuova Commissione saranno più tiepidi su clima e ambiente. La dimensione sociale è centrale. La rubrica a cura dell’Osservatorio internazionale per la coesione e l’inclusione sociale (OCIS)

Tratto da Altreconomia 272 — Luglio/Agosto 2024

Il nuovo Parlamento europeo ha virato a destra. Tra i vincitori delle elezioni vi sono, infatti, molti dei partiti che compongono i due gruppi collocati alla destra dell’emiciclo: i Conservatori e riformisti europei (Ecr), la cui delegazione più numerosa è quella di Fratelli d’Italia, e Identità e democrazia (Id), guidata dal Rassemblement National di Marine Le Pen. Sommando i loro voti a quelli del gruppo del Partito popolare europeo (Ppe), con l’aggiunta di altri partiti “di area” -almeno temporaneamente relegati tra i “non-allineati” o senza una collocazione- circa la metà del Parlamento è rappresentata da gruppi o partiti di (centro)destra. Quali implicazioni possono avere i nuovi equilibri parlamentari sulle politiche relative alla transizione ecologica? La Commissione guidata da Ursula von der Leyen aveva assunto un forte impegno per politiche europee a contrasto del cambiamento climatico, descritto come “il compito che definisce la nostra generazione”. A partire dall’adozione de

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