Diritti
I diritti e il poliziotto candidato
Chissà se Walter Veltroni ha scelto casualmente il giorno per annunciare che il prefetto Achille Serra, più volte questore, tornerà in parlamento sotto le insegne del Partito democratico (è stato già senatore per Forza Italia). Forse sì, forse al coincidenza…
Chissà se Walter Veltroni ha scelto casualmente il giorno per annunciare che il prefetto Achille Serra, più volte questore, tornerà in parlamento sotto le insegne del Partito democratico (è stato già senatore per Forza Italia). Forse sì, forse al coincidenza con l’avvio della requisitoria al processo genovese per i maltrattamenti sui detenuti nella caserma di Bolzaneto, durante il G8 del 2001, è del tutto casuale.
Ma se anche fosse così, c’è ugualmente da preoccuparsi. Perché stride davvero l’indicazione di Achille Serra come ennesimo deputato-simbolo dle nuovo partito, nel giorno in cui i pochi giornali che non hanno nascosto la notizia, hanno dovuto parlare di “Guantanamo italiana”. Basta leggersi la cronaca pubblicata da Repubblica (ma solo nell’edizione genovese, e anche questo è un segnale) per rendersene conto.
Nel 2001 le garanzie costituzionali furono calpestate, alla Diaz e Bolzaneto si visse in un clima da regime autoritario, e a sette anni di distanza le scioccanti parole dei pm non fanno notizia, non suscitano dibattito, sfuggono – forse – anche al leader del più forte partito non di destra del paese, il quale goffamente (sperando sempre che la coincidenza non sia voluta) annuncia proprio nello stesso giorno che un famoso poliziotto sarà uno dei candidati-bandiera.
Come si vede, in questa triste vicenda scompaiono i diritti di cittadinanza, le garanzie costituzionali, l’attesa di un risarcimento morale che anima ancora i 300 mila che nelle strade di Genova persero fiducia nelle forze dell’ordine e nello stato. Achille Serra, naturalmente, non c’entra nulla, ma se i diritti civili, la Costituzione, le geranzie fondamentali sono così distanti dalla coscienza del paese, dall’attenzione dei media e della politica, è segno che stiamo rinunciando a una bella fetta di ciò che normalmente si intende per democrazia.