Un pianeta sotto pressione
L’attività umana pone una tale pressione sulle funzioni naturali del pianeta che la capacità degli ecosistemi del pianeta di sostenere le generazioni future non può più essere data per scontata. A lanciare l’allarme è il Millennium Ecosystem Assessment, il rapporto sullo stato degli ecosistemi del pianeta, sugli scenari futuri e sui possibili interventi, preparato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e dal WWF.
Frutto di un lavoro quadriennale che ha visto impegnati oltre 1300 esperti, tra i più qualificati al mondo e provenienti da 95 paesi diversi, il rapporto evidenzia che circa il 60 per cioè delle risorse che la Terra offre agli esseri umani – l’acqua, il cibo, la pesca, la regolamentazione del clima per citarne alcuni – sono degradati o utilizzati in modo insostenibile.Negli ultimi 50 anni gli esseri umani hanno modificato gli ecosistemi più rapidamente e profondamente che in qualsiasi altro periodo della storia. Fornire cibo, acqua, energia e materiali ad una popolazione in continua crescita ha comportato un prezzo altissimo per i complessi sistemi di piante, animali, microrganismi, funzioni e processi biologici che consentono la vita sul pianeta. Il degrado in atto aumenta la possibilità di cambiamenti improvvisi ed imprevedibili che potrebbero avere un impatto molto grave sull'umanità, come per esempio l'emergere di nuove malattie, il deterioramento della disponibilità e della qualità dell'acqua, il crearsi di “zone morte” lungo le coste, il collasso della pesca e modificazioni profonde del clima.A subire maggiormente gli effetti dei cambiamenti dell'ecosistema sono le nazioni più povere. In Africa sub-sahariana per esempio si prevede che il numero dei poveri salirà, passando da 315 milioni nel 1999 a 404 milioni nel 2015.È possibile invertire il degrado dell'ecosistema? Sì, ma è necessario un uso più saggio e meno distruttivo delle risorse naturali. Il rapporto prefigura possibili scenari ed esplora le opzioni a disposizione per conservare o rafforzare i servizi forniti dagli ecosistemi che riducono gli effetti negativi. Ne è un esempio la protezione delle foreste naturali, che non solo aiuta a preservare la ricchezza genetica della fauna e della flora spontanea ma anche fornisce acqua ed aiuta a ridurre le emissioni di carbonio.