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Altre Economie / Opinioni

Un impegno collettivo per costruire una società decente

Il 31 marzo e il 1° aprile nelle Marche un seminario per raccogliere “contributi al progetto di una società decente”, quella che dovrebbe garantire un futuro degno oltre la società-mercato

Tratto da Altreconomia 191 — Marzo 2017

La libertà di avere un futuro degno. Ora è negata dal regime globale che riduce la società a mercato. Che non si tratti di un unico governo mondiale formalmente identificabile non toglie il fatto che si tratti di un regime. Quello più sottile e pervasivo, perché consiste nel dominio di una logica unica, seguita ovunque nel mondo da poteri finanziari e governi, anche se sono in competizione tra loro. Il criterio centrale impone di produrre il capitale mediante il capitale, e tutto il resto verrà da sé.

Questa logica nega il futuro alla società, anzitutto alle nuove generazioni, e lo rimpiazza con l’innovazione tecnologica, con il “cambiamento” indotto dalle riforme tossiche della politica asservita alla finanza, con il mito della crescita e con l’accelerazione di ogni processo della vita sociale, il che disarticola le esistenze e mette le coscienze in fuori gioco. Il risultato è una società bloccata, che somiglia a una terra senza cielo. Perciò ai soggetti collettivi che desiderano un’alternativa risulta così difficile pensare il futuro, progettare un’altra economia, preparare la nascita di una società diversa.

Tuttavia molti stanno cominciando a scuotersi da questa paralisi e lavorano per convergere verso grandi obiettivi comuni. Venerdì 31 marzo e sabato 1 aprile si terrà a Civitanova Marche un seminario nazionale dal titolo Per sapere dove andare. Contributi al progetto per una società decente. Il seminario è organizzato dalla Scuola di Altra Economia dell’Università per la Pace delle Marche con la collaborazione della Rete regionale di Economia Etica e Solidale. La proposta parte dalla constatazione della frammentazione e della carenza di progettualità dei soggetti collettivi che stanno tentando di sperimentare un altro modo di organizzare l’economia, la politica, l’educazione, il rapporto con il mondo naturale, l’informazione, la cultura. Sono i soggetti dell’altrimenti: reti, movimenti, associazioni, gruppi spontanei, centri sociali, talvolta anche scuole, comuni, dipartimenti universitari.

È tempo che tali soggetti diano corso a un processo di maturazione che generi un’azione comune, orientata da un progetto di società che sia ampio respiro, nitido ma non rigido, dotato di una direzione chiara ma pur sempre rivedibile nella sua formulazione, sostenuto da soggetti credibili ma non chiuso in modo settario ad altri apporti. In ogni caso dovrà essere un progetto di società decente, ossia che punta a condizioni non idealizzate, ma fondamentali di civiltà, di democrazia e di buona convivenza. E dovrà trattarsi di un progetto ispirato dalla scelta della nonviolenza, per cui nessuno che sia contrario o antagonista al progetto stesso sarà considerato come se fosse un ostacolo da togliere di mezzo.

Il progetto crescerà con il consenso, la conoscenza, il dialogo, non con l’imposizione. Il fine del seminario non è quello di scrivere un progetto da qui a poco con chi in un primo momento si trova disponibile, ma quello di dare inizio a un ampio percorso collettivo di gestazione delle giuste convergenze e conoscenze da parte dei soggetti più avanzati su ogni specifica frontiera del cammino di nascita di una società decente. A tale processo si vuole contribuire creando un primo momento di incontro, di elaborazione e di adesione all’idea del progetto coinvolgendo i soggetti più rappresentativi, nella persona delle figure di riferimento operanti oggi in Italia ambito per ambito: l’economia, l’ecologia, i servizi e diritti sociali, la sanità, la scuola, l’urbanistica e la cura del territorio, la politica estera, le migrazioni e l’accoglienza, l’informazione.

Ogni relatrice o relatore porterà non la propria analisi della situazione o il racconto della storia del suo movimento, bensì le proposte salienti per il proprio ambito di competenza. Altre iniziative analoghe sono in cantiere in altre parti d’Italia, l’importante è che queste siano tutte tappe per creare una convergenza sentita, vera e forte, smettendo di disperdere le nostre energie.

* Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata. Nel 2016 ha pubblicato “La rivolta delle risorse umane. Appunti di viaggio verso un’altra società” (Pazzini editore)

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