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Salute e ambiente in Iraq: tragedia e propaganda

In questi giorni è stato diffuso un dettagliato rapporto del ministero della salute iracheno, che denuncia la tragica situazione sanitaria del Paese.(http://rolos.nature.com/news/2004/041011/full/041011-8.html)

Raccolto da diversi organi di stampa ha offerto l'occasione per denunciare le conseguenze di 15 anni di abbandono del servizio sanitario del Paese da parte si Saddam e del suo regime. Sembrano dimenticare che la causa prima di questo disastro è stato l'embargo voluto dagli USA e tante volte indicato come “criminale” dalle ONG che operavano nel paese.L'invasione delle truppe della Coalizione non ha certo migliorato la situazione, e i  più colpiti sono come sempre i bambini. Oltre 5000 casi di febbre tifoide, causata dalla cattiva qualità dell'acqua, e 8000 casi di morbillo, causati da malnutrizione, si sono registrati nei primi sei mesi del 2004.Intanto l'Unep (United Nation Environment Programme) ha avviato una avviato un programma sulla crisi ambientale in Iraq, individuando siti dove i programmi di sviluppo industriale del passato regime hanno prodotto gravi danni ambientali,  ma anche ripromettendosi di verificare lo stato di inquinamento da uranio impoverito sui terreni che sono stati (e sono tuttora) capi di battaglia, e stanziando milioni di dollari per i recupero ambientale. (http://www.uneptie.org/)Chissà se anche questa indagine si ridurrà a una scontata accusa al vecchi regime o se saprà indicare anche le responsabilità degli invasori.

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