La pandemia in corso si può definire una corsa verso l’ignoto. In pochi mesi sono cambiati i comportamenti della vita quotidiana, il sistema delle relazioni sociali e le sfere affettive ma anche il senso e il ruolo dello Stato, l’idea di sanità, le visioni culturali e ambientali, le dinamiche di funzionamento della società e dell’economia. La pandemia non è però solo una parentesi ma una transizione, del tutto anomala, che ha bisogno di una navigazione guidata da mappe e idee nuove. Le proposte di questo breve libro si concentrano su due temi centrali. Il primo è costituito dalla necessità di vedere in modo nuovo il debito pubblico, forse il solo strumento capace di garantire il reddito universale e la spesa pubblica indispensabili non solo per gli investimenti strutturali volti alla ripresa dell’economia ma anche come ammortizzatore sociale. Il secondo è una radicale riforma fiscale che colpisca i nuovi modi di produzione dei redditi e della ricchezza immateriali e operi da efficace strumento di redistribuzione. Senza debito e senza riforma fiscale sarà molto difficile evitare la trasformazione della rabbia di chi sarà colpito dalla crisi incipiente in forme di odio collettivo, destinate a travolgere le democrazie.
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