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Ambiente / Opinioni

La politica a Sanremo e il suolo senza voce

© Julian Ebert on Unsplash

Durante il Festival alcuni onorevoli si sono riscoperti cantanti. Una partecipazione inedita rispetto alle audizioni parlamentari sull’ambiente. La rubrica di Paolo Pileri

Tratto da Altreconomia 213 — Marzo 2019

Amo la musica. Sono felice abbia vinto Mahmood: i suoi arrangiamenti riqualificano le nostre periferie. Non seguo Sanremo. Mi piace la comicità circense di Virginia Raffaele. Ma che c’entra con il suolo e il paesaggio? Sanremo è un po’ il capodanno di radio e TV, come febbraio lo è per i cinesi. E a capodanno succede di tutto, si sa. Così qualche giorno prima della grande kermesse ligure è andata in onda sulla rete nazionale la terza edizione tutta politichese del festival: “Sanremo da pecora”.

Si tratta di un festival della canzone ad accesso esclusivo di onorevoli, sindaci, parlamentari europei, esponenti del governo in carica, con tanto di presentatori, giuria, palcoscenico, orchestra e, ipotizzo, il suo budget di soldi pubblici. Stupefatto e incuriosito, sono andato a frugare tra i partecipanti scoprendo nomi noti. Ma è il loro numero che mi ha sorpreso: 15, se ho ben contato. 15 “super politici” che in un giorno feriale hanno lasciato i loro super

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