Economia
Playfair a Londra 2012, il lavoro nelle fabbriche di articoli sportivi
A meno di tre mesi dall’avvio delle Olimpiadi, un rapporto evidenzia le violazioni dei diritti dei lavoratori intervistando dieci fornitori in Cina, Filippine e Sri Lanka. Tra le aziende coinvolte ci sono Adidas, New Balance, North Face, Columbia Sportswear Company, Next, Nike, Speedo e Ann Taylor
Dieci le fabbriche di articoli sportivi, in Cina, Sri Lanka e Filippine. Centosettantacinque i lavoratori intervistati. Sullo sfondo, le Olimpiadi 2012, in programma a Londra dal prossimo 27 luglio. E continue violazioni dei diritti dei lavoratori, nonostante gli impegni sottoscritti dal Comitato organizzatore delle Olimpiadi e della Paraolimpiadi di Londra. Le mette in luce la campagna Playfair, nel rapporto “Fair games? Human rights of workers in Olympic 2012 supplier factories”.
“I lavoratori intervistati provengono da 10 fabbriche, che in totale impiegano 32.750 persone. Nel periodo delle interviste (tra ottobre e dicembre 2011, ndr), otto delle dieci stavano producendo beni per le Olimpiadi del 2012. I marchi che si riforniscono presso queste fabbriche sono -tra gli altri- Adidas, New Balance, North Face, Columbia Sportswear Company, Next, Nike, Speedo e Ann Taylor”. Anche se il Comitato organizzatore ha sottoscritto “un modello di codice di condotta che fa propri standard internazionali riconosciuti in materia di diritti dei lavoratori” e messo in piedi un sistema che permette ai lavoratori di denunciare ogni violazione ai propri diritti, il rapporto di Playfair evidenzia come le condizioni di lavoro all’interno della fabbriche considerate siano ancora “precarie” per quanto riguarda parametri quali sicurezza del posto di lavoro (la prevalenza di “short-term contract”), lunghezza della giornata lavorativa (nelle Filippine la durata standard è di 10 ore), l’assenza di rappresentanza sindacale significativa (in tutte e 10 le aziende esaminate), condizioni di vita (in Cina, ad esempio, nei dormitori l’acqua calda c’è solo dopo le 11 di sera).
Il rapporto “Fair games?” esce a tre mesi dal precedente “Toying with Workers’ Rights”, che aveva analizzato le condizioni di vita e lavoro in due fabbriche impegnate nella produzione dei gadget.
L’obiettivo della campagna Playfair è di continuare ad incidere sulle strategie del Comitato olimpico internazionale in merito ai diritti dei lavoratori. Dopo la pubblicazione del rapporto sulle fabbriche di gadget (febbraio 2012), ad esempio, il Comitato olimpico londinese ha pubblicato “nomi e localizzazioni delle fabbriche che producono beni per London 2012, in particolare nel Regno Unito e in Cina; distribuire materiali in merito ai diritti dei lavoratori all’interno di queste fabbriche; aprire una linea telefonica per denunciare le violazione per gli operati delle fabbriche cinesi; continuare a collaborare con Playfair 2012 e il Comitato olimpico internazionale per assicurare che le lezioni di ‘London 2012’ siano condivise e fatte proprie dagli organizzatori, Giochi dopo Giochi”.
Scarica il rapporto completo (in inglese) a questo link: http://www.playfair2012.org.uk/what-you-can-do/fair-games/