Cultura e scienza / Attualità
Al via “Perugia social film festival”
Si apre oggi nel capoluogo umbro il festival dedicato ai documentari nazionali e internazionali. Ad assegnare il premio per il miglior cortometraggio sarà una giuria di richiedenti asilo
“Differente, non indifferente” è lo slogan del Perugia Social Film festival (PerSo) che si apre oggi, giovedì 20 settembre, nel capoluogo umbro. Quattro sale cinematografiche per undici giorni di festival a ingresso gratuito durante i quali verranno proiettati oltre 60 titoli nazionali e internazionali. Otto dei quali in anteprima italiana.
La rassegna, giunta quest’anno alla quarta edizione, si presenta come una kermesse unica nel suo genere. Capace di coinvolgere un’intera città, comprese quelle strutture e quei pezzi di comunità che solitamente vengono percepite come “estranee” al tessuto sociale. Come, ad esempio, le detenute e i detenuti della Casa circondariale di Perugia-Capanne, o i richiedenti asilo accolti nelle varie strutture della cittadina umbra che andranno a formare apposite giurie (che si affiancheranno a quella del pubblico). La giuria dei richiedenti asilo andrà ad assegnare il premio del Concorso cortometraggi Percorsi/Prospettive, un progetto di PerSo realizzato con il sostegno del Ministero per i beni artistici e culturale e della Siae, riservato ai registi con meno di 35 anni e dedicato ai temi dell’integrazione sociale e del pluralismo culturale. L’idea delle due giurie speciali che possano giudicare le opere in concorso e assegnare dei premi all’interno del Perugia Social Film Festival nasce nel momento stesso in cui il PerSo si trasforma da “rassegna del documentario sociale” in concorso cinematografico a sezioni.
La prima sfida per la costruzione della giuria di richiedenti asilo è stata quella linguistica. I giovani che hanno aderito al progetto e che hanno partecipato all’edizione 2017 del festival, erano selezionati dall’Arci tra i beneficiari dello SPRAR, venivano da diversi Paesi africani e parlavano lingue diverse. “Costituire un gruppo unito e capace di lavorare in sintonia non è stato facile, sia per i diversi livelli di conoscenza dell’italiano, sia per le diverse personalità, attitudini, capacità di concentrazione. Con loro è necessario lavorare più intensamente per la formazione e soprattutto per raddoppiare la visione dei film in concorso in modo da assicurarne la completa comprensione”, spiegano Maurizio Giacobbe e Marta Bettoni, coordinatori delle giurie speciali.
Nonostante la fatica, il risultato raggiunto è stato importante e non solo dal punto di vista cinematografico. “Quello che si è voluto realizzare è stato un avvicinamento tra mondi marginalizzati e realtà sociale e culturale in cui viviamo –aggiungono Giacobbe e Bettoni-. I membri delle giurie speciali guardano ai prodotti di questa realtà (i film in concorso, ndr) guidati dagli strumenti che la formazione ha fornito loro ma anche dalla risposta emotiva che i film suscitano; pur messi a conoscenza di alcuni meccanismi e ragioni della produzione di un’opera cinematografica, conservano di fronte ad essa spontaneità e immediatezza di giudizio”.
Tra le proiezioni più attese quelle del Concorso internazionale per documentari in anteprima italiana (PerSo Award) che porterà a Perugia: “Mucho hijos, un mono y un castillo” di Gustavo Salmerón (Spagna, 2017, 90’), vincitore “Premio Goya 2018”; “D is for division” di Davis Simanis (2018 Lettonia/Repubblica Ceca, 89’); “Entre la ola y la roca£, opera prima di Manuel Logar (Spagna, 2017, 90’); “Hale county this morning, this evening” di RaMell Ross (USA, 2018, 76’); “Hotel Jugoslavija” di Nicolas Wagnières (Svizzera, 2017, 78’). E ancora, “Rabot” di Christina Vandekerckhove (Belgio, 2017, 70’); “Dreaming under capitalism” di Sophie Bruneau (Belgio, 2017, 63’) e “Spk komplex” di Gerd Kroske (Germania, 2018, 111’). Le singole proiezioni, come ogni anno, saranno accompagnate da incontri con autori e protagonisti e, in alcuni casi, da tavole rotonde, dibattiti, seminari, convegni alla presenza di operatori del settore ed esperti.
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