Ambiente
Parole d’acqua
In Basilicata Coca Cola entra nelle scuole, a Sondrio Nestlé si fa pubblicità, Sant’Anna non la racconta giusta sulle bottiglie. E Imbrocchiamola! va a Sanremo
Il greenwashing inizia dai bambini ed è finanziato dallo Stato. È il caso di Coca Cola, in Basilicata, che ha distribuito nelle classi elementari lucane il libro Il mistero dell’acqua scomparsa (una favola che educa al rispetto dell’acqua, ideata da Ivo Ferrario di Coca Cola Italia). Il progetto ha il sostegno economico della Regione e del ministero delle Politiche agricole e forestali. Coca Cola è la stessa che nel 2006 ha acquistato (per 35 milioni di euro) l’azienda Fonti del Vulture, lanciando in tutta Italia il marchio dell’acqua Lilia, e contribuendo così in maniera massiccia allo sfruttamento delle fonti a favore dell’insostenibile mercato delle acque minerali. Nestlé, invece, ha promosso la realizzazione di un percorso naturalistico in Val Viola, in provincia di Sondrio, con la realizzazione di una “Strada dell’Acqua” tra le montagne dell’acqua Levissima Un progetto per la tutela dell’ambiente? No. La “strada” è parte di una campagna di comunicazione, curata da Ketchum Public Relations, con l’obiettivo di “creare atteggiamenti di adesione emotiva alla marca attraverso valori distintivi e rilevanti influenzando il comportamento d’acquisto”. L’obiettivo: “Consolidare la leadership nel mercato”.
Intanto “Imbrocchiamola!” tocca quota 1.224. Alla campagna ha aderito l’associazione verso il Distretto di economia solidale della provincia di Imperia (www.destati.org). Locandine di Imbrocchiamola! verranno affisse a Sanremo e a Bordighera, e a dicembre verrà inviata una lettera a tutte le società di gestione delle acque per valutare le modalità di sostegno alla campagna.
Bio inganno
La pubblicità della “Bio Bottle” di acqua Sant’Anna è ingannevole: lo avevamo scritto ad ottobre (Ae 98), adesso lo ha sancito il Giurì per l’autodisciplina pubblicitaria (www.iap.it), che ha ordinato all’azienda Fonti di Vinadio di interrompere la campagna. Due le affermazioni che violano l’articolo 2 del Codice di autodisciplina (comunicazione commerciale ingannevole): “eco-sostenibile al 100%” e “a differenza delle plastiche più comuni, è riciclabile chimicamente: una Bio Bottle nuova nasce da una Bio Bottle usata, senza usare petrolio e senza inquinare l’atmosfera”.
Il ricorso è partito dai concorrenti di Sant’Anna: una lotta intestina tra aziende che predicano bene ma razzolano male. Anche la campagna autunnale dell’acqua San Benedetto, fa leva sul tema ambientale, presentando le nuove bottiglie definite eco-friendly perché più leggere, prodotte con un minore uso di materia prima, e cioè con un risparmio per l’azienda.