Economia / Approfondimento
Negli Stati Uniti il regime fiscale colpisce le minoranze. Ecco come ripensarlo
La popolazione afroamericana e ispanica è spesso sottoposta a regimi fiscali che ne limitano l’accesso ai servizi e all’istruzione, aumentando le disuguaglianze. Secondo il think tank Itep si può agire incrementando politiche basate su una tassazione progressiva
Per superare le disuguaglianze economiche e di accesso ai servizi negli Stati Uniti è necessaria una radicale riforma fiscale. Le minoranze afroamericane e ispaniche si trovano in una condizione svantaggiata rispetto alla popolazione “bianca” anche perché sono spesso sottoposte a un regime di tassazione che le sfavorisce. Esistono tuttavia strategie e norme in grado di favorire una ridistribuzione della ricchezza a beneficio delle categorie più bisognose. Lo mette in evidenza la ricerca “State Income Taxes and Racial Equity” pubblicata lo scorso 4 ottobre dal think tank americano Istitute on taxation and economic policy (Itep).
“Decenni di disuguaglianze e di razzismo sistematico -si legge nello studio- hanno creato un divario tra etnie in termini di reddito, ricchezza posseduta e accesso a istruzione, prestiti bancari o servizi”. Secondo il rapporto, infatti, la popolazione afroamericana possiede un reddito famigliare medio di 44mila dollari contro i 53mila della popolazione ispanica e i 77mila delle famiglie bianche. Se si valuta il patrimonio, 23mila è la ricchezza media delle famiglie afroamericane, 36mila le ispaniche e 188mila per i bianchi. Inoltre gli afroamericani hanno maggiori difficoltà anche nell’accesso all’istruzione e ai servizi: si stima che le loro imprese abbiano minore probabilità di ottenere un prestito mentre gli studenti hanno molta più difficoltà a liberarsi dai debiti universitari.
Secondo l’Itep le politiche fiscali hanno un impatto decisivo sulla redistribuzione della ricchezza se basate su una rete di normative che colpiscono maggiormente le fasce alte della popolazione. Al contrario, una cattiva pianificazione della pressione fiscale acuisce le disuguaglianze già presenti. Numerosi Stati, afferma il report, basano le loro entrate principalmente sulla tassazione di servizi e consumi invece che su una imposta progressiva sul reddito individuale. Queste politiche possono danneggiare le fasce più svantaggiate della popolazione arrivando a prelevare una percentuale maggiore dei loro guadagni rispetto ai cittadini con stipendi più alti. Ad esempio, la popolazione afroamericana e ispanica del Tennessee pagherebbe mediamente l’1% di tasse in più. Al contrario, in uno Stato come il Minnesota, grazie a politiche basate su una tassazione progressiva la popolazione afroamericana paga lo 0,7% in meno.
Nel report gli autori presentano diverse proposte di natura fiscale in grado di ridurre le ingiustizie e permettere alle fasce di popolazione più svantaggiate di accedere a istruzione e servizi, suddividendo le iniziative in tre sezioni, ognuna volta a colpire un diverso aspetto delle discriminazioni etniche. Quella più importante riguarda le differenze di reddito e prevede una riforma della tassazione sul reddito personale, una delle principali cause di disuguaglianze tra la popolazione americana. Infatti, secondo il rapporto, nell’1% dei nuclei famigliari a maggior reddito quattro su cinque sono bianchi. “Un aumento della tassazione per le fasce più ricche della popolazione -evidenziano gli autori- è percepito come corretto dalla maggior parte degli elettori”. Una riforma simile consiste nell’implementare una tassazione più equa su investimenti e azioni. La distribuzione dei guadagni da queste fonti è ancora più polarizzata verso la popolazione bianca tra cui il 27,9% effettua operazioni d’investimento contro l’8% della popolazione ispanica e afroamericana. “Ciò è dovuto oltre alle problematiche già esaminate, al fatto che il settore finanziario per molti anni non ha guardato alle minoranze come loro potenziali clienti”. Anche in questo caso un maggiore tassazione sugli introiti garantirebbe di portare a una maggiore equità.
Lo studio prosegue sostenendo che, nonostante “l’imposta sul reddito individuale rappresenti il 35% delle loro entrate fiscali”, queste politiche devono essere affiancate da iniziative volte a ridurre altri tipi di disuguaglianze. Secondo gli autori “una maggiore tassazione sugli immobili e sull’eredità potrebbe contribuire a ridistribuire la ricchezza concentrata nelle mani di poche famiglie”. Un’altra iniziativa consiste in una riforma per i piani fiscali per le coppie: attualmente nella quasi totalità degli Stati una coppia sposata può scegliere di unire i propri guadagni pagando una sola tassa; per esempio “questo favorirebbe le famiglie con una sola fonte di reddito, dove solo uno dei coniugi ha un lavoro stipendiato mentre l’altro si occupa della casa e dei figli”. Infine vengono proposte delle strategie per supportare i genitori single e le famiglie con figli, suggerendo che gli Stati debbano applicare le detrazioni fiscali previste. “Gli Stati hanno a disposizione due politiche tra cui scegliere -affermano gli autori-: il Child tax credit (Ctc) e il Child and dependent care tax credit (Cdtc). Il primo consiste in una riduzione delle tasse per ogni figlio sotto i 16 anni nel nucleo famigliare, mentre il secondo è progettato per coprire una parte delle spese di mantenimento. Entrambe le iniziative hanno mostrato ottimi risultati nel garantire istruzione e benessere per gli appartenenti a minoranze e fasce medio-basse della popolazione”.
Il report mette in evidenza come spesso le legislazioni di singoli Stati possano impedire modifiche rilevanti del regime fiscale: “La maggio parte degli Stati proibisce di aumentare le tasse sul reddito oppure pone limiti alla loro entità”. Ad esempio, quando nel 2020 la città a prevalenza afroamericana di Montgomery in Alabama propose di portare le tasse locali sui redditi all’1% fu fermata dall’amministrazione dello Stato che proibì ulteriori cambi in materia di fiscalità. In modo simile in Arizona, nel 2020, il voto favorevole degli elettori su una norma finalizzata all’aumento della tassazione dei cittadini più ricchi è stato vanificato da una serie di leggi promulgate dal governo dello stato. Per gli autori, quindi, è necessario uno sforzo politico nella giusta direzione per arrivare a un risultato concreto. “Riforme di questo tipo -conclude la ricerca- giocano un ruolo importante nel colmare le intollerabili disparità razziali in termini di guadagno, proprietà e benessere economico”.
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