Ambiente / Varie
Messina e l’utopia rifiuti zero
L’amministrazione di Renato Accorinti sperimenta il “porta a porta”, e la raccolta differenziata arriva fino al 75% in alcuni quartieri. È la prima volta in una grande città siciliana
Quando sbarca a Messina, appena superato lo Stretto in aliscafo, chi arriva dal Nord è probabile che decida di gustare una granita mangiando una brioches. Il tutto -compreso un bicchiere d’acqua minerale- viene servito rigorosamente usando stoviglie usa e getta. Che subito diventano rifiuti: questa città di 240mila abitanti ne produce 280 tonnellate al giorno, che fino all’anno scorso non venivano avviati alla raccolta differenziata. “Quando sono arrivato, nel marzo del 2014, il dato era fermo al 6%. Dopo un anno, il 13 aprile 2015, in alcuni quartieri della città abbiamo avviato la raccolta porta a porta, e non era mai successo in una grande città siciliana. I primi risultati sono stimolanti: a Ganzirri i cittadini hanno differenziato il 75% dei propri rifiuti” racconta Alessio Ciacci, chiamato a Messina dall’amministrazione di Renato Accorinti per gestire la società MessinAmbiente. Il porta e porta, per il momento, coinvolge appena il 5% degli abitanti, ma è un simbolo della riconversione del servizio di igiene urbana, che è frutto di piccoli passi -come spiega Ciacci, forte dell’esperienza maturata come assessore all’Ambiente del Comune di Capannori (LU), il primo in Italia ad aver aderito alla strategia “Rifiuti zero”-: “Persino sfalci e potature finivano in discarica, mentre dall’ottobre del 2014 vengono avviati a compostaggio negli impianti di Acireale o Patti” racconta; “finalmente, grazie a una collaborazione con Comieco, che ha messo a disposizione 800 contenitori, gli uffici pubblici e le scuole di Messina ‘differenzieranno’ la carta e il cartone”, aggiunge. A maggio 2015, lo stesso Consorzio ha accordato a MessinAmbiente un finanziamento di oltre 200mila euro per attrezzature e mezzi, con l’obiettivo di raccogliere circa 4mila tonnellate aggiuntive di carta e cartone nell’arco di un anno.
A rendere impegnativo il processo in corso è l’instabile situazione da un punto di vista economico e finaizario: MessinAmbiente è -formalmente- una società in liquidazione. “L’assenza di un contratto di servizio per l’igiene urbana ha portato ad accumulare oltre 50 milioni di debiti nel settore. Inoltre, la Regione Sicilia è intervenuta con diverse leggi successive in merito alla competenza per l’affidamento dei servizio: a un certo punto c’erano ben 27 ambiti territoriali ottimali” dice Ciacci. Ad oggi, MessinAmbiente non ha ancora ricevuto l’affidamento per la gestione del servizio, e il Comune continua ad utilizzare “uno strumento anomalo, l’ordinanza sindacale, che impone all’azienda di effettuare la raccolta, senza aver raggiunto un’intesa sui costi del servizio”. Nonostante tagli per oltre 2 milioni di euro, il bilancio per MessinAmbiente è in rosso: ogni mese la società incassa dal Comune 2,1 milioni di euro, spendendone 2,4. “Entro fine giugno dovremmo avere il Contratto di servizio, e un affidamento per 15 o 20 anni: potremmo ridurre al minimo i disagi sociali legati a possibili aumenti tariffari o il trauma di un elevato numero di esuberi” dice Ciacci. Rafforzando l’utopia “rifiuti zero”, anche in Sicilia. —