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La Regione Lombardia frena sul decreto “ammazzaparchi”


Parchi salvi in Lombardia, almeno per il momento.
L’assessore regionale al Territorio, il leghista Davide Boni, ha ritirato l’emendamento alla legge urbanistica regionale che avrebbe reso più semplice la cementificazione delle aree verdi (vedi Ae 92). La modifica avrebbe affidato alla Regione l’ultima parola nel caso di “contenziosi urbanistici” tra i Comuni entro i cui confini ricadono i parchi e gli amministratori delle aree protette, che sono 24 in Lombardia (nella foto il Parco agricolo Sud di Milano).

Le organizzazioni ambientaliste riunite nel coordinamento “Salvaparchi”, che prontamente si erano mobilitate contro l’emendamento Boni, hanno accolto con favore la decisione dell’assessore. Tuttavia, Boni non ritorna sui suoi passi: promette di riproporre lo stesso articolo all’interno di una nuova legge sulla gestione dei parchi a cui sta lavorando con il suo staff.

Il caso Parco Sud (Ae 91)

Il Parco agricolo Sud della provincia di Milano si estende per 47mila ettari e copre un terzo del territorio provinciale. I Comuni che ne fanno parte sono 61. È l’unico vero polmone verde della metropoli lombarda. Le sue cascine sono poco distanti dal centro di Milano (la più vicina è a 4 chilometri in linea d’aria dal Duomo). Ovviamente, è un terreno che fa gola ai gruppi di costruttori, anche perché prosegue senza sosta la fuga da Milano, troppo cara e invivibile. Già oggi il 19% del Parco è urbanizzato. 22 sindaci di altrettanti comuni del Parco hanno già chiesto di poter costruire di più. Nell’hinterland milanese in alcune zone il suolo urbanizzato è ormai arrivato al 70% (quando il limite di sostenibilità è fissato al 45%). Come se non bastasse, la Regione ha preparato un progetto di legge che consentirà a chi realizza infrastrutture viabilistiche la costruzione accanto a superstrade e tangenziali di capannoni ed edifici con destinazione commerciale.

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