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Opinioni

La pazienza dell’informazione indipendente

Il 3 febbraio 2014 Altreconomia è stata ospite dello studio di Presa Diretta. Abbiamo parlato di F35, un tema che seguiamo da 5 anni. È un frutto del nostro lavoro, che "si misura con la pazienza di chi continua a scavare nella realtà, per anni, e alla fine porta agli occhi di tutti verità" scrive Pietro Raitano, direttore di Ae. Che aggiunge: "L’informazione di qualità ha un costo", almeno di non volersi arrendere allo strapotere degli editori e della pubblicità. Abbonatevi ad Altreconomia

Il 3 febbraio Altreconomia è finita nel circuito "ufficiale" dell’informazione nazionale. Non è la prima volta, crediamo e auspichiamo non sia l’ultima. Abbiamo parlato di quanto problematico sia l’acquisto dei cacciabombardieri F35: un tema che seguiamo ormai da 5 anni.

Di per sé, finire in televisione non è necessariamente un successo. Noi però crediamo che in questo, come in altri casi, sia stato il riconoscimento -nei limiti che il mezzo consente- del nostro lavoro.
Un lavoro che ci ostiniamo a chiamare "informazione indipendente".

Per noi "informazione indipendente" vuol dire libertà di scelta degli argomenti da trattare; vuol dire serietà nell’affrontarli; vuol dire che il fine dell’informazione è la tutela dei diritti -nello spazio, nel tempo-; vuol dire saper e dover raccontare la realtà, senza condizionamenti; vuol dire assumersi la responsabilità di questo racconto, e pagarne le conseguenze. Vuol dire, senza falsa modestia, qualità.

L’informazione indipendente e di qualità non segue tuttavia i tempi dell’efficacia di mercato, non si misura in termini di vendite, di audience, di "mi piace" o commenti su un sito. Piuttosto, si misura con la pazienza di chi continua a scavare nella realtà, per anni, e alla fine porta agli occhi di tutti verità incontrovertibili. È il nostro lavoro.

Per questo, non riconoscere o ricordare che l’informazione ha un costo, e che la fanno dei lavoratori, vuol dire fare una scelta precisa: vuol dire arrendersi allo strapotere degli editori (e alla loro ingerenza), all’invadenza degli inserzionisti pubblicitari (col loro portato -specie on line– di inganni, messaggi sessisti, truffe), alla rincorsa al "traffico", anche se è fatto di commenti fuori luogo, o addirittura inaccettabili e oltraggiosi.

Noi abbiamo fatto una scelta diversa, e ci crediamo da quasi 15 anni. Per questo, se siete d’accordo con questa scelta, vi invitiamo a sostenerci: http://www.altreconomia.it/abbonati

Pietro Raitano, direttore responsabile di Altreconomia

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