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La Germania frena sulla diga di Ilisu, nel Kurdistan turco

Il governo tedesco potrebbe revocare il proprio sostegno finanziario per la realizzazione della diga di Ilisu, nel Kurdistan turco. Se dovesse essere realizzata, infatti, l’opera idroelettrica, i cui costi sono stimati intorno ai 3 miliardi di euro, sommergerà la città di Hasankeyf (nella foto), un’inestimabile patrimonio della cultura kurda e dell’umanità vecchio di 12mila anni (vedi Ae 94, “La storia sott’acqua”). Inoltre, oltre 55mila persone, la maggior parte di etnia kurda, saranno costrette ad abbandonare i propri villaggi che saranno sommersi dall’acqua dell’invaso.

Secondo un articolo pubblicato dalla rivista tedesca Der Spiegel, e ripreso dalla Campagna per la riforma della Banca mondiale (www.crbm.org), l’esecutivo tedesco, che si era impegnato tramite la sua agenzia di credito all’export, non è per nulla soddisfatto di come la Turchia ha affrontato le complesse questioni sui diritti umani e sull’ambiente legate alla costruzione della diga.

Lo Spiegel afferma che alti dirigenti di quattro ministeri hanno recentemente rigettato il nuovo piano operativo redatto dal governo turco.

Come se non bastasse, un recente studio portato avanti da esperti irakeni evidenzia che la diga ridurrebbe in maniera sensibile la portata d’acqua del fiume Tigri, tanto da avere impatti molto pesanti sulle riserve idriche della città di Mosul (si parla di una diminuzione di oltre il 50%).

Anche in Italia è attivo un coordinamento contro il progetto, tra i cui finanziatori figura la Austria Bank Creditanstalt, che è controllata dall’italiana Unicredit: l’ultima iniziativa convocata, a inizio luglio, è stata una manifestazione nazionale di fronte alle filiali della banca, con un volantinaggio per dire “NO ALLA COSTRUZIONE DELLA DIGA DI ILISU NEL KURDISTAN TURCO!” e gridare “FUORI UNICREDIT DALLA VALLE DEL TIGRI!”. Maggiori informazioni sul sito www.acquasuav.org o www.dilloaprofumo.org, dov’è possibile sottoscrivere una lettera all’amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo.

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