Altre Economie
Il commercio equo continua a crescere. Tutti i numeri del settore nel Rapporto Agices
È un commercio equo “anticiclico”, direbbero gli economisti affermati. Per i semplici mortali, si può normalmente parlare di un fenomeno in consolidamento, capace di fare fronte a una crisi economica e finanziaria in maniera sorprendente. È il primo commento allo…
È un commercio equo “anticiclico”, direbbero gli economisti affermati. Per i semplici mortali, si può normalmente parlare di un fenomeno in consolidamento, capace di fare fronte a una crisi economica e finanziaria in maniera sorprendente. È il primo commento allo spaccato del movimento equosolidale italiano che emerge dal Rapporto 2009 di Agices, Associazione assemblea generale italiana del commercio equo e solidale, che sarà presentato ufficialmente il prossimo autunno, ma del quale è già possibile avere alcune anticipazioni.
A cominciare dal numero dei soci e dei volontari, in netta crescita rispetto agli anni precedenti: sono quasi 26mila le persone socie di organizzazioni iscritte al Registro Agices, 5mila in più rispetto all’edizione del 2005. Sono quasi 800 le persone giuridiche, in aumento come il numero dei volontari attivi, che raggiungono quasi quota 5mila (un migliaio in più rispetto al 2005); se consideriamo l’alto turnover che interessa soprattutto i più giovani, questo significa che nel 2007 oltre 6mila persone hanno dedicato il proprio tempo e la propria passione per sostenere la crescita del progetto equosolidale.
Le organizzazioni equosolidali garantiscono uno spazio di lavoro, e non solo di militanza, a circa 1.000 persone in tutta Italia, 621 donne (64%)e 346 uomini (36%). È buona occupazione, non solo per i produttori del Sud del mondo: i contratti attivati, stando alle verifiche Agices, sono per lo più da dipendenti a tempo indeterminato (51%, che assorbono il 77% dei costi), marginalmente a tempo determinato (7%), mentre i collaboratori a progetto (17% del totale) e occasionali (7%) assorbono una quota di risorse molto ridotta rispetto al totale dei costi di lavoro sostenuti dalle organizzazioni iscritte al registro Agices, a sottolineare il ruolo marginale delle forme più precarie.
Ma i dati che dimostrano la vitalità del movimento fanno riferimento agli indici economici: le organizzazioni iscritte al Registro Agices hanno acquistato merci destinate alla vendita per oltre 46 milioni di euro, una quota sostanzialmente invariata rispetto al 2005 nonostante la crisi infuriasse, tenendo ferme anche le quote destinate alle importazioni dirette dai produttori del Sud del mondo (valgono 17 milioni di euro nel 2007, erano quasi 17 milioni 160mila euro nel 2005).
Insomma, il commercio equo si consolida, e nonostante ci sia chi mette in discussione la sostenibilità del movimento a fronte della difficoltà dei maggiori canali di distribuzione, le organizzazioni socie Agices confermano anche in questo ambito una controtendenza: esse fondano la propria attività quasi esclusivamente sulla vendita dei prodotti, che valeva nel 2007 oltre 81 milioni di euro.
Uno scenario di tutto rispetto, che però richiede un sistema di accreditamento e verifica capace di dare assicurazioni al consumatore rispetto alla reale equosolidarietà dei prodotti acquistati e dei progetti sostenuti. Un sistema che entro la fine di quest’anno si baserà su tre livelli di controllo: l’autovalutazione, già avviata contestualmente alla nascita di Agices; la verifica interna, gestita dal Registro con una serie di audit a campione e con l’adesione al progetto Saw (Social Accountability Watch), che permette il controllo da parte di diversi stakeolder; e la verifica esterna da ente terzo, che verrà completata entro il 2009. La risposta di un movimento in crescita rispetto al rischio di imitazione e di annacquamento dei criteri, nel momento in cui parole come fair trade e sostenibilità stanno diventando concetti chiave nelle strategie di marketing delle grandi imprese e nei policy paper dei decisori politici a livello internazionale.
Le anticipazioni verranno presentate nel corso del convegno "Prodotti o persone?", in programma a Roma il 24 giugno. Info: www.agices.org