Ambiente
Guatemala, Enel non dialoga con gli indigeni di Coatzal
Pubblichiamo una lettera aperta che le comunità di San Juan Coatzal, nel dipartimento di El Quiché, in Guatemala, ha indirizzato il 31 gennaio alla comunità internazionale in merito ai progetti idroelettrici denominati Palo Viejo 1 e Palo Viejo 2. La…
Pubblichiamo una lettera aperta che le comunità di San Juan Coatzal, nel dipartimento di El Quiché, in Guatemala, ha indirizzato il 31 gennaio alla comunità internazionale in merito ai progetti idroelettrici denominati Palo Viejo 1 e Palo Viejo 2. La lettera è indirizzata anche all’ambasciatore italiano in Guatemala e al popolo italiano: l’imprese incaricata della costruzione è infatti Enel, come abbiamo raccontato nel reportage "La conquista di Enel" (Ae 118).
Lettera aperta delle comunità di Cotzal alla comunità nazionale e internazionali, ai signori ambasciatori presenti nel nostro Paese, al signor ambasciatore d’Italia, al popolo italiano
Le comunità di San Juan Cotzal danno a conoscere la propria posizione in relazione alla presentazione delle centrali idroelettriche Palo Viejo 1 e Palo Viejo 2 dell’impresa Enel.
Le nostre comunità di San Juan Cotzal sono state danneggiate seriamente dalle politiche di Stato definite della “terra bruciata”: questi danni non sono mai stati riparati. Oggi, a 14 anni dalla firma degli accordi di pace, noi popoli indigeni siamo stati nuovamente violentati nei nostri diritti. Lo Stato ha agito senza consultare i popoli indigeni, come dovrebbe fare se rispettasse la Convenzione 169 dell’Organizzazione mondiale del lavoro, ratificata dallo Stato del Guatemala e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni. Le imprese multinazionali si sono installate nel nostro territorio senza consultarci e senza il nostro permesso. La ditta Enel dopo due anni di presenza nel nostro territorio ha violato i nostri diritti di comunità indigene.
Dati i diritti stabiliti nella Costituzione politica della Repubblica del Guatemala e nelle Convenzioni internazionali, e specialmente in virtù dell’Articolo 45 della Costituzione politica della Repubblica del Guatemala, NOI, CHE SIAMO LE COMUNITÀ DI COTZAL, ABBIAMO DECISO IL 3 GENNAIO DI INIZIARE UNA RESISTENZA PACIFICA AFFINCHÉ LA DITTA ENEL NON CONTINUI AD INGANNARE LE NOSTRE COMUNITÀ, AFFINCHÉ L’ENEL ASSUMA LA SUA RESPONSABILITÀ DI RISARCIRE I DANNI PROVOCATI DALLA COSTRUZIONE DELLA CENTRALE IDROELETTRICA PALO VIEJO NEL TERRITORIO DI COTZAL, danni causati per aver usurpato il nostro territorio, i nostri fiumi, le nostre montagne, i nostri boschi, la nostra forma di vivere in comunità. L’ENEL HA L’OBBLIGO DI ASCOLTARE LA POPOLAZIONE CHE È LA PROPRIETARIA LEGITTIMA DEL TERRITORIO.
Di fronte a questa situazione, e per cercare di aprire un dialogo con l’Enel, sono state organizzate tre riunioni nei giorni 3, 17 e 31 gennaio del 2011. In queste riunioni abbiamo constatato una mancanza di volontà da parte dell’Enel di rispondere alle richieste legittime dei legittimi proprietari delle montagne, dei fiumi e dei boschi. Il governo attuale del Guatemala, approfittando delle necessità dettate dalla povertà e dalla povertà estrema delle nostre comunità, è venuto ad offrire “progetti”, per sviare l’attenzione e con l’obiettivo reale di difendere l’Enel, con la quale ha fatto accordi senza informare né consultare le comunità. Adesso il Governo viene a offrirci di fornire entro 15 giorni i risultati di studi (sull’impatto ambientale e sociale della centrale idroelettrica), quando per centinaia di anni lo Stato del Guatemala ha lasciato nell’abbandono le nostre comunità. Se facciamo richieste all’Enel è perché lo Stato e il governo del Guatemala non realizzano quanto dovrebbero, e vendono le nostre risorse naturali. È un’altra violazione ai nostri diritti, ereditati dai nostri antenati Maya. Noi esigiamo i nostri diritti sulle montagne, i fiumi e i boschi che sono quelli che danno vita alle nostre comunità indigene, alle nostre figlie e ai nostri figli, alle future generazioni, questo è quanto stiamo esigendo all’Enel e il governo deve rispettare i nostri diritti legittimi.
Le comunità di San Juan Cotzal hanno offerto all’impresa l’opportunità di sottoscrivere un accordo, ma DI FRONTE ALLA MANCANZA DI VOLONTÀ DELL’IMPRESA ENEL, NUOVAMENTE LE COMUNITÀ SI AVVALGONO DEL DIRITTO DI RESISTENZA PACIFICA NEL TERRITORIO, CONCENTRATI A PARTIRE DA QUESTA DATA NELLA COMUNITÀ DI SAN FELIPE CHENLA.
CHIEDIAMO AL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DEL GUATEMALA DI AGIRE IN DIFESA DEI NOSTRI DIRITTI, COME COMANDA LA COSTITUZIONE POLITICA, E DI NON AGIRE SOLO NELL’INTERESSE DELLE GRANDI IMPRESE CHE VENGONO A APPROPRIARSI DELLE RISORSE NATURALI DEI NOSTRI TERRITORI INDIGENI. Le istituzioni del governo debbono velare affinché si rispettino i diritti dei popoli indigeni.
CHIEDIAMO AL GOVERNO DEL GUATEMALA DI NON INVIARE SOLDATI NÉ DISTACCAMENTI MILITARI, perché sono quelli che causarono massacri e terra bruciata durante il conflitto armato. Quello di cui hanno bisogno le nostre comunità è il rispetto delle loro vite, della loro dignità, dei loro diritti, NON PIÙ ESERCITO, NON PIÙ VIOLENZA NÉ TERRORE DA PARTE DELL’ESERCITO NEL TERRITORIO IXIL, NON VOGLIAMO LO STATO D’ASSEDIO, SOLO VOGLIAMO CHE SI RISPETTINO I NOSTRI DIRITTI.
FIN DA ADESSO CONSIDERIAMO RESPONSABILI LA DITTA ENEL, IL COMUNE DI SAN JUAN COTZAL E LO STATO DEL GUATEMALA DI QUALUNQUE ATTENTATO CHE POSSANO SOFFRIRE I NOSTRI DIRIGENTI, LE AUTORITÀ COMUNITARIE E LA POPOLAZIONE IN GENERALE, IN BASE ALLA DENUNCIA RESA PUBBLICA DELLE MINACCE DI CUI È STATA VITTIMA LA COMUNITÀ BUENOS AIRES.
ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE CHIEDIAMO APPOGGIO. Stiamo chiedendo solamente che rispettino la nostra vita, la dignità dei nostri figli, stiamo chiedendo il rispetto dei nostri diritti sulle risorse dei nostri territori. VI CHIEDIAMO DI STARE IN ALLERTA PERCHÉ PER IL SOLO FATTO DI CHIEDERE IL RISPETTO DEI NOSTRI DIRITTI POSSIAMO ESSERE VITTIME DI REPRESSIONE, SEQUESTRO PERSECUZIONE, COME È GIÀ ACCADUTO IN ALTRE REGIONI DEL PAESE.
San Juan Cotzal, Guatemala 31 gennaio del 2011