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Da un liceo di Pescia (Pt) due studenti nella redazione di Altreconomia. Uno stage dopo il corso di giornalismo

In questi giorni, per due settimane, Anna e Tommaso, due studenti dell’Istituto superiore statale “Lorenzini” di Pescia (in provincia di Pistoia), stanno seguendo uno stage all’interno della nostra redazione.

Parteciperanno attivamente alla vita e alle riunioni di redazione, impareranno come si realizza un articolo e contribuiranno alla costruzione del prossimo numero.

L’esperienza in redazione rappresenta il punto di arrivo di un percorso scolastico, riguardante il mondo dell’informazione, durato un anno. Gli studenti si sono incontrati con alcuni giornalisti nell’ambito del progetto “Fare Giornalismo”, attraverso il quale i due ragazzi sono stati selezionati per lo stage.

Anna si racconta

Mi chiamo Anna Lazzerini, ho 17 anni e sono nata in un paesino in provincia di Lucca. Della mia prima infanzia non posso dire molto in quanto non ricordo quasi niente, solo qualche immagine molto vaga della casa dove abitavo, dei miei genitori e dei miei vicini, che mi facevano da nonni.

Le cose da raccontare sono poche: ho frequentato l’asilo, di cui ho un buon ricordo, anche se il momento della giornata che preferivo era il pomeriggio quando stavo con Elena, la famosa amica del cuore, e i suoi fratelli.

Sono arrivata alle elementari con un po’ di paura: non conoscevo nessuno, poiché mi ero appena trasferita a Torricchio ed entravo in una scuola diversa, di cui ancora non sapevo niente.

Sono sempre stata assieme ai bambini, poche erano le bambine con cui andavo d’accordo.

Così sono arrivata alle medie, ed è qui che ho cominciato a riflettere su ciò che mi circondava, grazie alle discussioni con i miei genitori, specialmente con mio padre, e alla professoressa di italiano; non che avessi con lei un rapporto amichevole, ma il suo spingermi sempre a ragionare, magari anche su un semplice brano, sembra essere servito a qualcosa. C’è stato l’esame, che ripensandoci adesso sembra una prova facilissima, ma nel momento in cui l’ho sostenuto ero agitata, ricordo che quando entrai e vidi il presidente di commissione pensai: “Adesso chissà se mi chiede qualcosa e soprattutto che domande mi farà, sicuramente saranno difficili” e altri pensieri da vera paranoica, la quale ero. Proprio in questo periodo, nell’estate che precedeva il mio arrivo alle superiori, feci la conoscenza di un gruppo di ragazzi e benché adesso non esca più con loro, sono convinta che una parte del mio carattere si sia formata grazie a questo incontro. Anzitutto ascoltavano una musica che io conoscevo a malapena, poi vestivano e soprattutto pensavano in modo completamente diverso dai ragazzi con cui ero abituata ad uscire. Mi resi conto che dietro l’apparenza c’era tutto un mondo da scoprire, cominciai a interessarmi di politica e a capire quanto era importante il confronto con persone diverse.

La musica è pian piano diventata un elemento fondamentale nella mia vita: avevo anche iniziato a suonare la chitarra, ma poi stupidamente ho smesso; i fumetti e i libri sono l’altra mia passione: trascorrerei giorni interi a leggere Andrea Pazienza.

Le scuole superiori, che ancora non ho terminato, sono state una novità per me: le assemblee di classe e di istituto, il giornalino fatto dagli studenti, i professori e le nuove materie. Le assemblee sono state, e sono, una delle esperienze più piacevoli e formative della scuola. Mi lascio sempre coinvolgere nelle cose che faccio, sono emotiva, impulsiva e questo a volte mi porta a scontrarmi con qualcuno.

Altra cosa che ho capito in questi quattro anni è che io e lo sport siamo su due pianeti diversi: sono una “scansafatiche” e non mi piace la competizione.

Fino a oggi il mio sogno è sempre stato quello di diventare un pediatra o un chirurgo, ma ora non ne sono più sicura, ci sono altre cose che mi interessano come filosofia, sociologia o psicologia, e soprattutto vedo molto lontana la realizzazione di questo mio sogno, essendo molti gli anni di studio all’università. Nonostante il mio scarso interesse nelle materie scientifiche, ho sempre pensato che il medico fosse il lavoro più utile e più concreto per aiutare gli altri.

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Tommaso si presenta

Mi chiamo Tommaso Bianucci, ho 16 anni e vengo da Borgo a Buggiano, paesello tanto simpatico quanto inutile. Non sapendo come giustificare la mia esistenza (chissà perché mi sono venuti in mente i racconti dei Vedovi Neri di Asimov), cerco di renderla utile in qualche modo anche se non sempre mi riesce.

In questo anno scolastico mi sono occupato de Il Caffè, il giornalino dell’Istituto Lorenzini, la scuola che frequento, e, in quanto rappresentante della CPS (Consulta provinciale degli studenti), ho avuto la fortuna di coordinare per primo la rivista studentesca BLOG nella provincia di Pistoia.

Insieme ad altri due miei amici e compagni abbiamo creato un forum on-line (forumcoffee.forumfree.net), attorno al quale si è formato un bel gruppo di ragazzi che altrimenti non si sarebbero nemmeno conosciuti.

Per quanto riguarda i miei interessi più personali, come non citare il “fido” computer, senza il quale sarebbe impossibile gestire tutte le sopracitate attività e che mi permette di svagarmi con i più svariati e alienanti giochi on-line, di ascoltare la musica e di avere sempre tutto a portata di click.

Un’altra mia passione è la giocoleria, in particolare monociclo e palline, che secondo me riesce come ben poche altre attività a liberare la mente e farti veramente riposare.

Sono nato a Pisa, ho imparato a parlare prima che a camminare e, negli anni a seguire ho provato ogni sorta di sport che si può fare dalle mie parti, ad ovvia eccezione del calcio, che proprio non mi è mai andato giù. In mezzo a questa nube orbitante intorno alla mia persona, tre sono state le attività che più mi hanno preso: ciclismo, sci e, infine, vela. Ognuno sa però che prima o poi tutto ha una fine; e così è stato anche in questi tre casi. Ne è seguito un periodo buio e di profonda crisi interiore, dalla quale sono uscito attraverso la giocoleria per l’appunto.

Per quanto riguarda la mia estate, dopo queste due settimane ad Altreconomia, ospiterò fino alla fine di luglio un ragazzo di Hong Kong, tramite l’associazione Intercultura, dopodichè, il primo d’agosto, me ne andrò per due settimane in Capraia a fare l’istruttore di vela ai bambini e, infine, il 23 agosto partirò alla volta di Kontich, nelle Fiandre, dove andrò a studiare per un anno, sempre attraverso l’associazione Intercultura.

Già, stavo per dimenticarmi il mio sogno nel cassetto!!!

Bene, il mio sogno nel cassetto è di realizzare tutti gli altri miei sogni…

Vorrei laurearmi in matematica, che mi piace tantissimo. Certo, forse non farò il matematico, mi piacerebbe anche fare il giornalista, ma matematica non me la toglie nessuno. Di un’altra cosa sono sicuro: in ogni caso non voglio restare in Italia, devo assolutamente scappare via, magari potrei tornare in Belgio, se mi trovo bene…

Il percorso

L’Istituto “Lorenzini” di Pescia ha dato agli studenti che avevano già aderito al progetto “Il Quotidiano In Classe” la possibilità di partecipare al corso “Fare Giornalismo”, presentato come una serie di incontri con alcuni giornalisti che si sarebbero tenuti all’interno della piccola sala audiovisivi di cui la scuola dispone, con la presenza delle professoresse organizzatrici.

Così circa sessanta ragazzi hanno incontrato Carlo Gubitosa (giornalista freelance), Luca Martinelli (Altreconomia), Santo Della Volpe (Rai) e Sandro Ruotolo (Rai), i quali hanno raccontato la loro esperienza nel mondo del giornalismo, spiegando come si scrive un articolo o come si realizza un telegiornale. Al termine di questa fase del progetto ne è seguita un’altra: l’opportunità di fare uno stage nella redazione di “Altreconomia” a Milano, presso “La Nazione” o la sede Rai di Firenze.

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