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Cip6, una vittoria a metà (e il merito non è dei politici)

Dopo la finanziaria e il consiglio dei ministri di fine dicembre, si è diffusa l’idea che il governo abbia eliminato gli incentivi agli impianti “assimilati” alle fonti rinnovabili (è il meccanismo Cip6 di cui abbiamo parlato sul numero 75 di Ae). Purtroppo questo non è vero: Moratti e petrolieri vari, inceneritori e centrali a gas continueranno a ricevere soldi dalla nostra bolletta.

Quel che è accaduto è che ora c’è la promessa che entro febbraio saranno esclusi dal finanziamento gli impianti che ancora non sono operativi (soprattutto inceneritori). Promessa tutta da verificare.

L’unica vittoria è la riduzione, operata dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, dei contributi che verranno erogati. Di seguito, l’editoriale pubblicato sul numero di gennaio di Altreconomia.

Ci avevamo sperato. Niente più incentivi a petrolieri e inceneritori.

E invece no.

Dal 1992 ogni anno paghiamo il 10% in più nella bolletta della luce credendo di sostenere la diffusione del solare, dell’eolico, dell’idroelettrico. Invece quattro volte su cinque quei soldi finiscono a impianti che di rinnovabile non hanno nemmeno il nome. E infatti li chiamano “assimilati”. È il meccanismo Cip6 cui abbiamo dedicato la copertina lo scorso settembre. Le centrali a gas della Edison, quelle che bruciano gli scarti della raffinazione del petrolio dei Moratti, della Erg, dell’Api, gli inceneritori della Actelios-Falck e di tanti altri: a costoro diamo ogni anno circa 3 miliardi di euro per fare quello che non fanno, produrre energia pulita.

In un primo momento, l’attuale governo si era impegnato ad eliminare ogni tipo di finanziamento a impianti cosiddetti “assimilati”. I soldi vadano alle rinnovabili vere, si disse. Ma subito vennero i primi distinguo: non si possono interrompere contratti già firmati, convenzioni operative da anni.

Quindi mettiamoci l’animo in pace: Moratti & C. continueranno a spillarci denaro dalle bollette senza problemi.

Almeno non si conceda l’incentivo alle centrali che ancora non sono state realizzate, si suggerì. Non è cosa da poco: sono alcune decine le centrali “assimilate” che già rientrano nel meccanismo Cip6 senza essere ancora state costruite. La posizione passò, il provvedimento finì nel maxi emendamento alla Finanziaria portato in Senato per la fiducia a metà dicembre. Meglio di niente.

E invece no.

Il testo del maxiemendamento, nel punto in cui parla di Cip6, cambia nei pochi metri che separano le stanze della “cabina di regia” governativa dal Parlamento. Nel testo votato in Senato la parola “realizzati” è sostituita con “autorizzati”. Cioè incentivi non solo per tutti gli impianti che già funzionano, ma anche per quelli non operativi che hanno ricevuto una “autorizzazione” (di che tipo non è specificato). Tra questi almeno 18 inceneritori.

Grandi polemiche interne alla maggioranza e ricerca del “traditore” che ha ceduto alle pressioni delle lobby e cambiato il testo della legge. A fine dicembre il Consiglio dei ministri corre ai ripari e promette di sanare l’“errore” entro la fine di febbraio. Staremo a vedere. Fino ad allora è presto per cantare vittoria, e potrebbe succedere di tutto: sanatorie, impianti che diventano improvvisamente “operativi” etc.

Nel frattempo, lontana dai clamori della Finanziaria, a novembre l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha rivisto i criteri con cui calcolare l’ammontare del contributo Cip6 da erogare ai beneficiari. L’autority non ha fatto altro che ridurre una delle componenti del finanziamento, il costo evitato per il combustibile, finora sovrastimata poiché calcolata (secondo le disposizioni Cip6) in base a un vecchio accordo Snam-Confindustria.

Ora l’accordo è cessato (la scadenza era il 31 dicembre 2006) e l’istituzione guidata da Alessandro Ortis ha riallineato la componente in base a valori di mercato. La delibera avrà effetti duraturi, ma basti pensare che solo per il 2007 la mossa dell’Autorità farà risparmiare agli italiani nel 2007 la bellezza di 500 milioni di euro.

Le reazioni non si sono fatte attendere: Edison ha definito illegittimo il provvedimento, e insieme con Erg e i Moratti minaccia di intraprendere vie legali contro l’Autorità che le ha scippate di una parte dei guadagni. Noi invece ringraziamo l’Autorità e, sperando negli interventi della politica, confidiamo in una bolletta ancora meno salata.

Pietro Raitano

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