Chi aiuta la terra – Ae 84
Aziende agricole minacciate da sfratti e dalla mancanza di credito. Per loro c’è “Soccorso contadino” Le piccole aziende agricole soffrono d’indebitamento acuto, un problema che i contadini vivono da soli, quasi fosse un proprio fallimento. Per questo è nato “Soccorso…
Aziende agricole minacciate da sfratti e dalla mancanza di credito. Per loro c’è “Soccorso contadino”
Le piccole aziende agricole soffrono d’indebitamento acuto, un problema che i contadini vivono da soli, quasi fosse un proprio fallimento. Per questo è nato “Soccorso contadino”, che è allo stesso tempo una rete di solidarietà -all’interno del Foro contadino, una coalizione di contadini che credono possibile un’altra agricoltura- e uno strumento di supporto legale.
L’ultima campagna di Soccorso contadino è quella a sostegno dell’azienda agricola “I due falcetti” di Francesco e Federico Bagnoli, a Lamporecchio, in provincia di Pistoia.
“I due falcetti” rischia di chiudere perché un giudice ha stabilito che l’azienda deve 4 annualità d’affitto arretrato alla proprietaria del terreno. Servono 10 mila euro (la metà entro il 20 giugno, l’altra in autunno) e i due titolari non riescono a ottenere un prestito dalle banche.
Il loro avvocato Fabrizio Di Donato è membro di Cittadinanzattiva e collabora con Soccorso contadino dal 2002, quando la rete nacque -nei giorni del Social forum europeo di Firenze- occupando la terra dell’azienda agricola Eughenia, sotto sfratto a Castiglioncello Bandini, in provincia di Grosseto, insieme a contadini di tutto il mondo (quelli di Via Campesina, la più grande organizzazione contadina mondiale, e i francesi della Confédération Paysanne di José Bové). Francesco e Federico sono fratelli, nati e cresciuti a Firenze. Hanno scelto di fare i contadini e affittato, quattro anni fa, 21 ettari di terra incolta, senz’acqua potabile né fosse biologiche per gli allevamenti. Oggi, “dopo aver riportato la terra a nuovo” -racconta Federico-, “I due falcetti” produce una ventina di quintali di olio (ci sono circa 1.800 piante) e formaggio -cinque mucche pascolano sotto gli olivi-. Tutto rigorosamente biologico. “Quando arrivammo il proprietario ci volle prima ‘studiare’ -spiega Federico-, e ci affidò la parte di oliveto ridotta peggio. Conquistammo la sua fiducia” e cinque anni d’affitto a un canone annuo pari al 20% dell’olio franto. I problemi iniziarono nel 2004, quando il proprietario è morto. L’erede vorrebbe tornare in possesso della grande casa colonica. Nel 2006 è passata per vie legali, inviando un’ingiunzione di sfratto. In un primo momento sembrò funzionare la conciliazione di fronte alla Regione: c’è accordo su un contratto d’affitto di 10 anni, con un canone di 3.500 euro. “La casa è grande, -continua Federico- e noi ne affittiamo solo una parte. C’è tutto lo spazio per aprire un agriturismo nel resto dell’edificio”. L’accordo salta, però, perché l’erede voleva includere nel contratto una clausola che le permettesse di decidere sulla gestione dell’azienda. Così a novembre 2006 inizia il processo: la proprietaria chiede lo sfratto, accusando “I due falcetti” di morosità e “irrazionale coltivazione del fondo”. La seconda accusa è stata smontata da una perizia, ma i fratelli Bagnoli sono obbligati, per restare sulla terra che lavorano da cinque anni come fosse la loro, a pagare l’affitto arretrato: 4.400 euro all’anno (più gli interessi). In pratica, cinquemila euro entro il 20 giugno e altrettanti in autunno. Soccorso contadino ha lanciato una sottoscrizione per salvare “I due falcetti”: si può contribuire in denaro ma anche, per singoli e Gruppi d’acquisto solidali, ordinando l’olio del prossimo anno-. Nel 2006 in Toscana hanno chiuso i battenti più di 3 mila aziende agricole, il 4 per cento di quelle censite. Per molte il problemi più grande è il mancato accesso al credito, che non permette di pagare cambiali e investire nell’azienda.
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