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Ambiente / Opinioni

“Cari partiti, fate sentire la vostra voce per cambiare il Paese mangia suolo”

© nguyen-dang-hoang-nhu - Unsplash

Il 25 ottobre verrà presentato a Genova il rapporto annuale nazionale sul consumo di suolo dell’Ispra. “Non ci sono buone notizie. Sarà l’ennesimo rapporto che fotografa un Paese in declino e totalmente disinteressato a chiudere i rubinetti del cemento che consumano suolo”, commenta il prof. Paolo Pileri. Che lancia un appello alla politica

Cari partiti che dite di avere sensibilità ambientalista e che ogni tanto vi ricordate che la grande sfida che abbiamo davanti è climatica, questa volta non mi dimentico di avvisarvi alcuni giorni prima che il 25 ottobre, durante l’Assemblea nazionale dei comuni italiani (Anci) a Genova, sarà presentato il rapporto annuale nazionale sul consumo di suolo da parte dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra). 

Non ci sono buone notizie di cui andare fieri. Sarà l’ennesimo rapporto che fotografa un Paese in declino e totalmente disinteressato a chiudere i rubinetti del cemento che consumano suolo. Un Paese mangia suolo, che sta segando il ramo sul quale siede. Ma il consumo di suolo dovete vederlo anche sotto altre due lenti.  

La prima, ovvia ma ancora non scontata, è quella relativa al fatto che perdiamo l’ecosistema più prezioso e laborioso che abbiamo: il vero regolatore climatico (e non certo solo gli alberi come piace pensare, men che meno quelli sui balconi dei grattacieli) e generatore di benefici all’ambiente e pure a noi. La seconda, che vi riguarda assai, è che attraverso i dati del consumo di suolo, è possibile leggere il fallimento eclatante della politica, delle politiche e dei politici. 

Quindi preparatevi per tempo, per favore, a dire cose di senso, a rendervi conto che non dite abbastanza, che quel che si è fatto finora non funziona e non produce risultato, anche (e spesso, soprattutto) nei Comuni e nelle Regioni che governate. Che l’urbanistica non riesce a generare uno straccio di riforma che sia capace di fermare il consumo di suolo, ma solo leggi regionali timide e piene di deroghe, anche dove governate, purtroppo. Che i politici non riescono a vedere che quasi tutte le loro decisioni producono consumo di suolo. 

Forse il motivo di tanto silenzio triste è che non riuscite a prendere la parola in modo convinto e convincente o forse che ritenete la battaglia per la tutela del suolo una battaglia persa o non all’altezza delle altre che fate. Non so dire. Ma non è questo l’unico fuoco del mio appello. La mia è ormai una supplica disperata che vi chiede di concentrarvi sul prossimo rapporto Ispra, lasciando da parte le polemiche per un giorno. Una supplica che vi chiede di prepararsi a fare chiasso, a dire cose appassionate sul suolo che rantola sotto il peso del cemento, a convocare riunioni politiche per ottenere fronti comuni che si oppongano al consumo, a far capire e sapere a tutti i vostri sindaci (sempre meno) che devono leggere il rapporto e avere più coraggio, smettendo di continuare a “conciliare in una via di mezzo” per poi trovarsi con in mano i dati che vedrete, a fare quadrato tra voi perché non c’è un messaggio unitario e forte su questa questione così importante e delicata. 

Avete qualche giorno per schiarire la voce e scrivere bozze convincenti e dure quel tanto che serve. Per trovare le parole giuste per opporvi a quanti continuano a convincervi che non si può fare a meno di consumare il suolo altrimenti lo sviluppo si ferma: falso. Potete nel frattempo sfogliare il rapporto Ispra dell’anno scorso usandolo come slancio preparatorio. In ogni caso, vi prego, fatevi sentire così forte da turarci le orecchie. Non fate come la notizia della pista da bob di Cortina che i vostri leader quasi non hanno commentato, quando invece era ed è una notizia straordinaria perché sarà risparmiato un paesaggio unico, evitato un enorme spreco di soldi e dimostra che esiste una forte sensibilità popolare sulle questioni ecologiche e paesaggistiche 

Allertate la stampa nazionale e locale affinché dia tanto spazio a ciò che sarà detto a Genova. Raccogliete interviste, pareri, consigli e le parole di artisti, cantanti, sportivi sensibili che possano così veicolare i messaggi a chi li segue: avete tempo. Parlatene tra voi, nei messaggini che vi mandate copiosi, sui social media che in molti leggono. Riuscirete a rendere la notizia del consumo di suolo capace di sovrastare almeno per un giorno (meglio una settimana, meglio un mese, meglio per sempre) le notizie vergognose sulle vicende personali (ma emblematiche e molto seguite, purtroppo, da molti) dei nostri leader di governo? Riuscirete a fare corpo unico, per un giorno, con i giovani ambientalisti che per le strade cercano disperatamente di farvi capire che la questione ecologica è alla base di migliaia di disagi sociali e di guerre che ogni giorno commentiamo? 

Direte anche voi, come fece il presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1951, che la lotta contro la distruzione del suolo italiano è il massimo compito d’oggi? So bene che tutto questo può risultare antipatico, ma è necessario. E dirlo con largo anticipo, dà più speranza a questa richiesta. L’ultima cosa da fare è stare a vedere e vedere, l’indomani della presentazione del rapporto, un magro trafiletto in ultima pagina nei quotidiani, testimone del vostro disinteresse o solo di un interesse di circostanza, non appassionato. Avete tempo. Anche per trovare la passione e l’empatia per e con il suolo. 

Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “L’intelligenza del suolo” (Altreconomia, 2022)

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