Economia
Banche armate – Ae 94
Divulgata la lista degli istituti di credito coinvolti nel commercio di armamenti nel 2007: in testa Unicredit, Deutsche Bank e Intesa-Sanpaolo. E il business aumenta Unicredit, Deutsche Bank e Intesa-Sanpaolo guidano la classifica 2007 delle “banche armate”. In totale, sui…
Divulgata la lista degli istituti di credito coinvolti nel commercio di armamenti nel 2007: in testa Unicredit, Deutsche Bank e Intesa-Sanpaolo. E il business aumenta
Unicredit, Deutsche Bank e Intesa-Sanpaolo guidano la classifica 2007 delle “banche armate”. In totale, sui conti degli istituti di credito italiani sono transitati, lo scorso anno, 1 miliardo e 224 milioni di euro frutto di 1391 autorizzazione all’export d’armi, concesse in base alla legge 185 del 1990. Secondo la relazione annuale dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento del ministero degli Esteri (Uama) sui conti bancari di Unicredit sono passati più di 183 milioni di euro (pari al 14,96% del totale dell’export autorizzato dal Governo italiano alle imprese che producono armi). Dai conti di Deutsche Bank sono passati 173 milioni di euro (14,20%) e da Intesa-Sanpaolo oltre 144 milioni (11,81%). Gli altri istituti nella top ten sono Citibank, Banca nazionale del lavoro, Abc International, Cassa di risparmio di Bologna, Bnp Paribas, Hsbc Bank e Commerz Bank. Resta nell’elenco, e lo avevamo già anticipato sul numero di dicembre 2007, Banca popolare di Milano. Per Bpm sette autorizzazioni per un valore di 3,9 milioni di euro (la “classifica” completa è su www.altreconomia.it).
Le banche autorizzano, il ministero degli Esteri approva e così il 2007 è stata un’altra annata record per l’export di materiali d’armamento, con 1.037 autorizzazioni definitive per un valore complessivo di 2,4 miliardi di euro (più 9,4%). Il 46,7% dell’export è diretto a Paesi non Nato. Tra questi ci sono il Pakistan (471 milioni di euro per sistemi di difesa antiaerea prodotti dalla Mbda, controllata da Finmeccanica), la Malaysia (119 milioni di euro), l’Iraq (84 milioni), l’Arabia Saudita (65 milioni) e la Libia (56 milioni). Il terzo mercato per gli armamenti italiani, dopo Pakistan e Finlandia, è la Turchia: 174,6 milioni di euro per pattugliatori e artiglieria navale. Fra le aziende coinvolte primeggia l’Mbda con 442,9 milioni di euro (pari al 18,49%) seguita da Intermatine (244,8 milioni di euro e il 10,22%), Fincantieri (191,6 milioni di euro e il 7.99%) e Agusta Westland (190 milioni di euro e il 7,93%).
La relazione completa è sul sito www.governo.it/presidenza/ucpma Intanto, Amnesty Italia e la Rete italiana per il disarmo hanno denunciato che, secondo i dati Istat, nel quinquennio 2003-2007 il nostro Paese avrebbero esportato in Afghanistan 3,2 milioni di euro di armi (2 milioni solo nel 2006) di armi di piccolo calibro, armi leggere e munizioni.