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Ambiente / Attualità

Auto aziendali ed emissioni. Le proposte all’Unione europea per cambiare marcia

In Europa la metà delle emissioni di gas serra causate dai mezzi di trasporto è riconducibile ai veicoli in quota alle imprese. Spingere le aziende ad acquistare veicoli elettrici agevolerebbe la transizione portando nel mercato dell’usato 15 milioni di auto a zero emissioni. Il report di Transport&Environment

Nell’Unione europea i veicoli utilizzati dalle aziende sono responsabili della metà delle emissioni di gas serra riconducibili ai mezzi di trasporto su strada. Le vetture delle imprese, che comprendono sia automobili sia furgoni per il trasporto di merci, sono infatti impiegate con più frequenza rispetto ai veicoli privati: nonostante rappresentino solo il 20%, pari a 63 milioni, del totale dei mezzi di trasporto nell’Ue, sono tra le principali responsabili delle emissioni di gas climalteranti. I dati sono stati elaborati dall’organizzazione Transport&Environment che, in un rapporto pubblicato nell’aprile 2021, ha indicato i possibili strumenti legislativi da adottare per avviare una politica europea che stimoli l’utilizzo di veicoli elettrici da parte delle aziende. La proposta avanzata nei confronti della Commissione Ue è la stesura di un regolamento che definisca per le imprese le quote obbligatorie dei mezzi di trasporto a emissioni zero da acquistare in base alle loro dimensioni e al numero di autovetture utilizzate. Secondo l’organizzazione, questo consentirebbe di raggiungere l’obiettivo dell’Unione europea di ridurre, entro il 2050, del 90% le emissioni di gas serra prodotte dai trasporti rispetto al 1990. Per ottenere il risultato, indicato come obiettivo nel Green Deal europeo, è necessario raggiungere un obiettivo intermedio: tutte le nuove automobili, furgoni, camion e autobus di piccole dimensioni devono essere a emissioni zero entro il 2035.

In Europa nel 2020 su un totale di 10,9 milioni di nuove immatricolazioni, più di sei milioni sono state vetture riconducibili a società e per l’87% dei casi si è trattato di auto alimentate a benzina e diesel. Queste sono utilizzate in media 2,25 volte in più rispetto alle auto dei privati che nello stesso anno sono state pari a cinque milioni. A oggi nel continente europeo il settore dei trasporti è responsabile di oltre un quarto delle emissioni di gas serra ed è la principale causa di inquinamento atmosferico e acustico nelle città. Fino al 2020 il settore non aveva ottenuto progressi significativi nella riduzione degli impatti sull’ambiente: per quattro anni consecutivi, dal 2016 al 2019, le emissioni di anidride carbonica delle nuove automobili erano infatti aumentate. Secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, infatti, nel 2017 e 2018 le emissioni medie di CO2 erano state pari a 2,8 grammi per chilometro e nel 2019 era stato registrato un ulteriore incremento di 1,6 grammi di CO2 per chilometro.

Le proposte di Transport&Environment sono rivolte alla Commissione europea e chiedono di intervenire direttamente sugli acquisti delle aziende. Il centro di ricerca ha chiesto la definizione di linee guida che spingano le società con una flotta composta da 25 o più veicoli ad acquistare la metà delle nuove automobili o furgoni a emissioni zero a partire dal 2025 e completamente a emissioni zero dal 2030. Secondo l’analisi del centro di ricerca, oltre a limitare l’impatto sull’ambiente questo porterebbe ad avere risultati indiretti per i cittadini: se le aziende provvederanno a fare sì che il 50% dei loro nuovi veicoli siano a emissioni zero, si avranno almeno 15 milioni di auto elettriche disponibili nel mercato dell’usato. Invece in riferimento ai mezzi di trasporto che si muovono in aree urbane, come i taxi, la proposta è utilizzare almeno il 50% di veicoli a emissioni zero entro il 2030 e completamente elettrici entro il 2050.

Transport&Environment, che ha commissionato allo studio legale Milieu Consulting una ricerca sulle ulteriori misure legislative da adottare, suggerisce inoltre di intervenire sulla Clean Vehicles Directive. La direttiva europea promuove la domanda di veicoli a bassa emissione e ad emissioni zero e fissa quote minime di veicoli green –auto, furgoni, autobus e camion- che gli Stati devono assegnare negli appalti pubblici. Secondo l’organizzazione, è necessario che sia estesa anche ai mezzi aziendali.

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