Non permettiamo che la “rivoluzione verde” ci venga scippata da finanza e multinazionali
L’obiettivo di creare un’economia verde, ossia di spostare i cicli economici verso produzioni e consumi che sostengano e rispettino i cicli naturali, anziché distruggerli, richiede un’azione che coinvolge tutti i settori delle nostre società, nessuno escluso. Ma non ci potrà essere alcun giovamento se la green economy replicherà i meccanismi oligopolistici e assai poco democratici dell’economia “fossile”. Infatti le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica sono, per definizione, democratiche e diffuse. Proprio per questo non si possono fondare solo sul profitto, o peggio, sulla speculazione finanziaria. Tra bamboo bond e carbon market, questo libro è un viaggio nell’economia mondiale, per evitare che anche dalla green economy traggano vantaggio sempre i soliti noti.
L’associazione Re:Common ha sede a Roma ed è impegnata nel sottrarre al mercato e alle istituzioni finanziarie private e pubbliche il controllo delle risorse naturali, restituendone l’accesso e la gestione diretta ai cittadini. Info: www.recommon.org
160 pagine, 9 euro
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