Ambiente / Attualità
Un premio per i giovani agricoltori che presidiano l’Appennino toscano
È stato pubblicato il bando del “Premio Pontremoli”, indetto dalla Confederazione Italiana Agricoltori Toscana Nord. La raccolta delle candidature continua fino al 15 settembre 2019. Premiazione il 5 ottobre
Il “Premio Pontremoli” è arrivato nel 2019 alla quarta edizione. Dal 2016, la Confederazione italiana Agricoltori Toscana Nord, in collaborazione con Slow Food Toscana, e con il patrocinio del Comune di Pontremoli e della Strategia Nazionale Aree Interne della Presidenza del Consiglio dei Ministri, offre questo riconoscimento ai giovani che fanno dell’agricoltura uno strumento a presidio del territorio. Il bando, appena pubblicato, apre alle candidature fino al 15 settembre 2019.
A poter partecipare sono tutte le aziende agricole che operano in contesti di particolare svantaggio, di isolamento geografico e sociale, iscritte alle Camere di Commercio della Toscana e condotte da giovani agricoltori. “Vogliamo in questo modo valorizzare quanti si ‘ostinano’ a praticare le colture agricole e l’allevamento animale, e a promuovere con essi la cultura della terra, della biodiversità, del paesaggio e dell’ambiente”, sottolinea Piero Tartagni, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Toscana Nord. “Sappiamo che la presenza di questi giovani, che presidiano il territorio, apporta benefici economici, ambientali ed etici alle comunità della montagna e delle aree interne della Toscana, nonché di tutti quei territori in cui si praticano forme di agricoltura ‘eroica’ “.
Nel 2019 il Concorso si articola in quattro sezioni dedicate a giovani agricoltori, oltre e un premio speciale dedicato al miglior articolo giornalistico, libro, foto o video prodotti anche al di fuori della Toscana. Le quattro categorie principali sono “Difesa della biodiversità”, “Agricoltura biologica”, “Imprenditoria femminile” ed “Eccellenze agroalimentari”. Il premio speciale è dedicato alla “Cultura della Montagna in immagini o parole”. Una menzione ad una delle aziende localizzate nei territori della Strategia Nazionale Aree Interne.
Il Premio verrà consegnato sabato 5 ottobre, all’interno del Museo delle statue stele lunigianesi, nella città di Pontremoli (MS). Le biografie di alcuni giovani agricoltori che hanno ritirato il Premio Pontremoli nel 2018 racconta la “ricchezza” dei nuovi contadini che scelgono di vivere nell’Appennino e nei Comuni più remoti della Toscana. Il riconoscimento per l’agricoltura biologica, ad esempio, è andato a Fabiano Busdraghi, che nato in Brianza ha voluto continuare l’attività agrituristica avviata negli anni Novanta dai genitori a Suvereto (LI), portando con passione numerose innovazioni nella gestione agricola. A Poggio Diavolino produce olio d’oliva, ma anche cereali e legumi, trasformati in farine, in pasta (almeno 25 formati), in biscotti, in pane e in gallette. Nell’orto vengono seminate ogni anno centinaia di varietà di piante antiche, garantendo così la continuità del seme. Si allevano animali, e si producono insaccati. Fabiano Busdraghi descrive così l’azienda: “Terre marginali e povere, sassose e argillose, nemmeno un metro quadro in piano, impossibilità di meccanizzazione”. La scommessa di tornare a Suvereto oggi pare vinta: l’agriturismo funziona a pieno regime, e diventa un importante veicolo di comunicazione e commercializzazione delle produzioni aziendali.
Il premio per la difesa della biodiversità è andato invece a Federico Martinelli, che lavora in Comune di Camaiore (LU), sulle colline a ridosso del mare. Ha iniziato nel 2003 a coltivare i terreni del nonno, scegliendo da subito una conversione al metodo biologico. Racconta i suoi quattro ettari come un grande orto familiare, con verdure alternate a filari di alberi da frutto. Coltiva almeno cinque varietà di fagiolo, tra cui il Rosso Lucchese (presidio Slow Food), lo stortino, i cannellini, i borlotti rampicanti e i fagiolini a stringa. Federico Martinelli è anche il presidente dell’associazione tra i produttori del pomodoro Canestrino, dal 2018 presidio Slow Food. Nel 2010 l’azienda è passata al metodo biodinamico, e dal 2016 è certificata anche da Demeter. Oggi è tra i promotori della rete d’imprese “LuccaBioDinamica”.
La vendita di tutti gli ortaggi e della frutta coltivata è diretta: l’azienda agricola Nico, che gestisce anche un agriturismo in località Gello di Sopra, nella frazione di Orbicciano, serve Gas della Lucchesia e della Versilia, e numerosi ristoranti. Una filiera corta che permette di valorizzare le “relazioni sociali che si tessono durante il momento dell’acquisto e il metodo di agricoltura che abbiamo scelto di seguire per i nostri terreni” spiega Martinelli.
Infine, il premio per la Zootecnica consapevole è andato ad Alberto Fatticcioni e alla sua azienda agricola apistica di venti ettari, nata nel 2012 e progettata a “misura d’ape” e di tutti gli altri impollinatori. Le api vengono allevate per la produzione di miele in modo stanziale (150 arnie): partendo da ceppi genetici di api locali sono stati sviluppati sistemi colturali in grado di garantire un continuo flusso nettarifero e pollinifero per le api, e conseguenti raccolti per la commercializzazione. “La stanzialità permette alle api di mappare sempre meglio il territorio, e adattarsi nel tempo, di generazione in generazione, alle caratteristiche specifiche di questo areale, aumentando resilienza e longevità” spiega il sito aziendale.
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