Mille indirizzi per scoprire una città biologica, equa e solidale, ecologica, sobria, a buon mercato. Mille indirizzi per un consumo critico e responsabile: esce per la collana GURU (Guide responsabili ed utili) di Altreconomia edizioni "Tutta bio la città"
Le scuse sono finite. C’è stata un’epoca in cui si diceva che era troppo complesso cercare la verdura e la frutta biologica. C’era chi diceva che i Gruppi di acquisto solidali erano praticamente delle società segrete. C’è chi ha sostenuto per anni e anni che il biologico era troppo caro e in compenso comprava le fragole a dicembre. C’era chi fino a poco tempo fa continuava a dire “il biologico è tutta una truffa” e che lui le mele dell’Esselunga non le lavava nemmeno.
C’era invece chi affermava: “Sono tutti comunisti”. C’era ancora chi sosteneva che “tanto in Lombardia ci sono le piogge acide”. C’è perfino chi prova anche oggi a usare la “scusa fine del mondo”: “Ma che cosa pensi di poter cambiare?”. Queste scuse sono scadute, proprio come un prodotto lasciato troppo a lungo sullo scaffale del supermercato. Oggi l’imbarazzo – se mai – è nella scelta. Nella nostra città ci sono decine di Gruppi d’acquisto solidali, mercati del biologico ogni week end, cascine periurbane, negozi e botteghe e – se proprio volete muovere solo il classico dito – cassette di frutta e verdura biologica che si possono acquistare on line. A prezzi quasi sempre dignitosi, qualche volta popolari. Se non ve ne foste accorti, i centri commerciali qui non sono contemplati.
Le pagine di "Tutta bio la città" non riguardano solo la lista della spesa alimentare. Le categorie merceologiche sono un po’ come quelle dell’essere, per nulla accidentali. In città ormai ci sono saponi al taglio, detersivi alla spina, cosmetici bio-ecologici. La sostenibilità quotidianità non vive quindi in una cameretta pronta all’Ikea ma nei mercatini dell’usato; il vantaggio degli abiti equi e solidali è che non passano mai di moda, o almeno resta il loro valore e la dignità di chi li ha tessuti e filati. Se poi affermate che non di sola spesa vive l’uomo, non ci cogliete certo in fallo. Anzi. Il nostro contropiede parte da un’ampia scelta di ristoranti con l’anima e senza crudeltà, dove il cibo biologico si sposa con il famoso chilometro zero, nel caso dell’orto nella corte o una filiera cortissima. Un brindisi: con vino naturale e birra artigianale. Per non dire delle attività che vi proponiamo: tutte salutari per il corpo e la mente, come zappare un orto urbano condiviso, sfogliare un libro in una libreria indipendente, correre a perdifiato in uno dei Parchi urbani, “perdere” la giornata facendo volontariato in carcere o in un’associazione.
“Tutta bio la città”, anche se non parla solo di agricoltura e di spesa biologica, non a caso fa riferimento all’“organico”: perché ritiene che la città sia un essere vivo, pulsante di relazioni. In questa accezione è “organica” (e rizomatica) anche la nascita e la crescita delle start up innovative, dei Fablab dei makers.
Anche i “tagliandi” che trovate in fondo hanno un valore differente e più alto di quello commerciale: sono prima di tutto un invito e un incentivo a conoscere e a scegliere con cognizione di causa!
Mettetevi comodi: sul prato di un parco recuperato o nella sala lettura di uno dei nuovi ostelli di Milano, se siete in visita. E buona lettura.