Monitor (l’osservatorio sul mondo di Ae 192)

Le mani “fossili” sull’accademia
Nord America
In alcuni tra i più blasonati atenei universitari degli Stati Uniti d’America la ricerca accademica sui cambiamenti climatici è viziata da conflitti d’interesse. A metà marzo, il giornale britannico the guardian ha messo in fila i casi più eclatanti che vedono coinvolte le multinazionali dei combustibili fossili. C’è l’Harvard Kennedy School, che ha ricevuto negli anni 3,7 milioni di dollari da Shell e ha recentemente organizzato la proiezione di un documentario in cui si afferma che il gas naturale è “pulito”. O l’Università del Texas, sostenuta tra gli altri da Chevron, ExxonMobil. O i fondatori dell’Energy Initiative del MIT (Massachusetts Institute of Technology): Bp, Exxon, Shell e l’italiana Eni. Per il giornale si tratta “elefanti nella stanza” che qualcuno non vuole vedere. “Pensate -è la domanda retorica- se la ricerca sulle politiche sanitarie venisse finanziata dai big del tabacco”.

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