Ambiente / Varie
La tangenziale va al parco
Dieci chilometri d’asfalto nella riserva della biosfera UNESCO del Ticino. Rispolverato in agosto un progetto Anas di 20 anni fa. Tra gli appezzamenti aziendali che verrebbero attraversati dall’Abbiategrasso-Magenta c’è anche un terreno di 1,2 ettari su cui sono piantati un migliaio di alberi
Carlo Colombo e la sorella Paola hanno chiuso il cancello della loro azienda agricola di fronte all’ANAS.
Nei mesi scorsi i tecnici che avrebbero dovuto effettuare i carotaggi per la tangenziale Abbiategrasso-Magenta non sono potuti entrare nei terreni della cascina Soncera, a cavallo tra i comuni di Cassinetta di Lugagnano, Robecco sul Naviglio e Corbetta, nell’ovest milanese.
I Colombo fanno agricoltura biologica da una quindicina di anni -producono riso e poi mais e soia per l’alimentazione degli animali-, allevano in stalla una ventina di mucche, e temono che la costruzione di una superstrada a 4 corsie comprometta per sempre il territorio, che è all’interno del Parco regionale del Ticino, riserva della biosfera UNESCO. Il progetto è un residuo della legge obiettivo del 2001, uno “stralcio” del più ampio collegamento tra Vigevano e l’aeroporto di Malpensa, e fino alla primavera del 2015 sembrava accantonato per sempre, grazie a una mobilitazione iniziata nel 2003 che aveva coinvolto cittadini e sindaci del territorio. Nell’estate del 2015, in pieno agosto, il CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha però valutato il finanziamento nell’ambito del Contratto di programma per l’anno 2015 tra ministero dello Sviluppo economico e ANAS. Se l’atto venisse definitivamente approvato ci sarebbero circa 220 milioni di euro da spendere per una decina di chilometri d’asfalto a 4 corsie più l’adeguamento della statale tra Abbiategrasso e Vigevano, e la logica che prevale, in particolare tra gli amministratori locali, è quella “di accettare, perché se lo Stato finanzia quel tracciato, e l’alternativa è non avere niente, allora si prende quel che c’è -come sintetizza Brunella Agnelli, segretario dell’Associazione dei Commercianti di Abbiategrasso e del Circondario-. Ma è un errore, e mi chiedo com’è possibile avere così poca considerazione di noi stessi: dovremmo pretendere quello che serve”. Ad esempio, il completamento del collegamento ferroviario tra Albairate ed Abbiategrasso, che collegherebbe la cittadina alla rete dei trasporti metropolitani della città di Milano, la linea del “passante”.
“Sono stata accusata di non tutelare gli interessi della categoria -continua la Agnelli-, perché non sostengo il trasporto su gomma. Eppure difendo le peculiarità, i fattori ambientali inimitabili e attrattivi del territorio e vorrei impedire che, attraverso l’insediamento di grandi opere, si proceda ad ulteriore cementificazione, soprattutto di centri commerciali e capannoni che banalizzerebbero il paesaggio, oltre a creare ulteriore concorrenza. Mi chiedo però perché nessuno si lamenti delle prestazioni ferroviarie, della qualità dei treni. La mobilità è solo quella su gomma?”. A marzo 2015, in occasione del compleanno del padre Italo, scomparso nel 2014, Brunella Agnelli ha promosso ad Abbiategrasso un incontro pubblico, assegnando dei premi alla memoria del genitore, storico segretario dei commercianti, “volti a riconoscere le eccellenze del territorio” racconta. Italo Agnelli si è sempre opposto allo stravolgimento del territorio per realizzare la Vigevano-Malpensa, e per questo uno dei riconoscimenti è andato all’amministrazione comunale di Cassinetta di Lugagnano, quella che ha approvato il primo piano di governo del territorio (Pgt) a “crescita zero”.
A ritirarlo sono stati Daniela Accinasio, sindaco di Cassinetta, e Domenico Finiguerra, ambientalista, già sindaco per dieci anni nello stesso Comune, e promotore del movimento “Stop al consumo di territorio”. Finiguerra oggi è consigliere comunale di opposizione ad Abbiategrasso. Nel 2003, guidava la rivolta dei sindaci contro la tangenziale nel Parco del Ticino. E oggi, come dodici anni fa, ha preso carta e penna per denunciare ciò che potrebbe accadere in un esposto indirizzato alla Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, al responsabile del programma UNESCO MAB (man and biodiversity, quello responsabile del riconoscimento per le riserve della biosfera, 12 in tutta Italia), alla rappresentanza permanente dell’Italia presso l’UNESCO, a Parigi, e alla Commissione italiana MAB, che ha sede all’Accademia nazionale delle scienze. “Già nel 2003 -racconta Finiguerra-, la Commissione nazionale italiana per l’UNESCO rispose alle nostre istanze scrivendo che ‘un’alterazione dell’equilibrio naturale del Parco del Ticino’ avrebbe comportato ‘la necessità di avviare le procedure per l’immediate sospensione di suddetto Parco della Lista delle Riserve della Biosfera’, e il presidente Giovanni Puglisi ha già risposto a questo secondo esposto, scrivendo che sta seguendo l’evoluzione della vicenda”.
“Dobbiamo ricordare -continua l’ex sindaco di Cassinetta di Lugagnano- che l’UNESCO nel riconoscere la Riserva, nel 2002, ha valorizzato quella che definisce ‘unità del paesaggio agricolo’, cioè un equilibro tra fiume, boschi e aree coltivate che la tangenziale andrebbe a distruggere, e che è stato costruito nel corso dei secoli”. I contadini della zona dipendono dalle infrastrutture, come spiega Carlo Colombo della cascina Soncera: “Nel solo tratto di cinque chilometri della futura strada che conosco io ci sono 8 fontanili e 2 rogge. Queste ultime derivano acqua direttamente dal Naviglio Grande, mentre i primi sono alimentati dalla falda sotterranea, che qui chiamiamo aves, che si trova appena un metro e mezzo sotto terra”. Nel piccolo ufficio dell’azienda agricola di famiglia, Colombo ci mostra una rara copia della “Storia dei progetti e delle opere per l’irrigazione del milanese”, un libro di Giuseppe Bruschetti stampato a Lugano nel 1834. Ogni fontanile è di proprietà privata, racconta, e spesso queste opere sono state scavate a mano: quello della famiglia Colombo è lungo circa tre chilometri, e profondo -dove inizia il suo corso- circa 4 metri. Sfruttando una leggera differenza tra la pendenza del terreno e quella del fontanile, e un giro d’incastri, l’acqua arriva ad irrigare tutti i terreni dell’azienda. Tra gli appezzamenti aziendali che verrebbero attraversati dell’Abbiategrasso-Magenta c’è anche un terreno di 1,2 ettari su cui sono piantati un migliaio di alberi. Colombo ci accompagna a vederlo: “Sono 270 tra pioppi, noci e frassini, più il triplo di quelle che vengono definite ‘specie accessorie’. Questo bosco l’ho realizzato grazie a un finanziamento europeo, nell’ambito del Piano di sviluppo rurale, impegnandomi a mantenerlo per almeno vent’anni”. Sembra un paradosso, ma Regione Lombardia, che finanzia la misura “Imboschimento dei terreni agricoli”, per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, è anche uno dei grandi sponsor della tangenziale.
A scontrarsi sono due modelli di sviluppo, com’è chiaro anche arrivando a Cascina Piatti, storica proprietà agricola nel comune di Cassinetta di Lugagnano, a poche centinaia di metri il linea d’aria dal Naviglio. Massimiliano Radice conduce l’azienda agricola biologica e l’agriturismo l’Aia con la moglie Anna Baroni e il figlio Enea. Grazie a un fontanile, coltivano circa 10 ettari irrigando senza “dover far ricorso a nessun motore meccanico, senza utilizzare petrolio”. Arriviamo sotto a un grande pioppo, che ha quasi ottant’anni e -posto al limite di un appezzamento- segna un confine della proprietà. Girandoci a 360 gradi nella campagna piatta si vedono appena due edifici, in lontananza: il campanile di Albairate e la torre dell’acquedotto di Cassinetta. “Secondo i progetti che abbiamo potuto vedere quel pioppo -racconta Massimiliano- segnerà lo spartitraffico tra le due carreggiate, entrambe a doppia corsia, della nuova tangenziale”.
È in questo campo che nel 2014 sono state raccolte le spighe di 11 tipi diversi di grani antichi. Una volta macinati (a pietra) vengono trasformati nel “nuovo pane di Milano”, come raccontammo nel maggio del 2013 in un altro reportage di Altreconomia. È un progetto del Distretto di economia solidale rurale del Parco agricolo Sud Milano, che coinvolge anche i gruppi d’acquisto solidali. La tangenziale priverebbe la Cascina Piatti del 40 per cento della superficie aziendale, rendendo evidente come cemento e asfalto rappresentino una seria ipoteca sul futuro dell’agricoltura nel Parco del Ticino. —
Che cos’è la TOEM
La tangenziale tra Abbiategrasso e Magenta è parte della TOEM, Tangenziale Ovest esterna milanese. Si tratta di un collegamento autostradale tra Melegnano e Magenta, ovvero un anello che cingendo Milano da Sud-est a Sud-ovest collega la Tangenziale Est esterna milanese (TEEM) alla autostrada A4, quindi all’aeroporto di Malpensa.
È Regione Lombardia a inserire la TOEM tra le opere del Piano regionale della mobilità e trasporti (PRMT), ed è all’ente presieduto da Roberto Maroni che 33 sindaci dei Comuni interessati, da Abbiategrasso a Zibido San Giacomo, hanno indirizzato una lettera, chiedendo di “eliminare definitivamente dal Piano”, del quale è in corso la valutazione ambientale strategica, “le pagine che richiamano alla TOEM”. L’opera viene definita una “pugnalata al ‘polmone verde’ del sud Milano”, cioè al Parco agricolo Sud.
A orientare le scelte di Palazzo Lombardia dovrebbero contribuire i dati relativi al traffico su TEEM -inaugurata nel maggio del 2015- e BREBEMI, la Brescia-Bergamo-Milano aperta dal luglio 2014. A giugno 2015 le auto che sono transitate sui 33 chilometri della TEEM hanno percorso appena 16,5 milioni di chilometri, lo 0,002% di quelli certificati in tutto il Paese da AISCAT (l’associazione di categoria dei gestori autostradali). Per quanto riguarda BREBEMI, nei primi sei mesi dell’anno ha ospitato lo 0,003% del traffico autostradale italiano, per 119,6 milioni di chilometri. Se invece fosse commisurato a quello dell’intera rete, sulla BREBEMI sarebbero stati percorsi quasi 400 milioni di chilometri. Quattro volte tanto.
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