La società civile mondiale contro Telecom
La risposta della società civile alla denuncia nei confronti del governo boliviano di Telecom è una petizione firmata da 800 organizzazioni civili di 59 Paesi, recapitata a Roberto Zoellick, presidente della Banca mondiale, il cui tribunale per la risoluzione delle controversie sugli investimenti internazionali (Ciadi) dovrà giudicare il caso. A maggio dello scorso anno il Governo della Bolivia è diventato il primo Paese al mondo a ritirarsi dal Ciadi: riteneva il tribunale prono agli interessi delle multinazionali, a discapito dei beni pubblici globali. Il Ciadi, però, si rifiuta di rispettare le azioni dell’esecutivo boliviano e ha ritenuto ammissibile il ricorso della Euro Telecom International (sussidiaria di Telecom Italia) contro la Bolivia.
La petizione riflette la crescente preoccupazione generale riguardo a un sistema di diritti degli investitori che passa sopra alla democrazia ed ai diritti umani. Molte delle organizzazioni che hanno firmato la petizione -in Italia A Sud e la Campagna per la riforma della Banca mondiale- erano già coscienti di questo problema avendo lavorato in passato sul noto caso Bechtel vs Bolivia. Nel 2001, una sussidiaria di Bechtel presentò una querela contro il Paese più povero del Sud America a causa del fallimento di un progetto di privatizzazione del servizio di acqua potabile. Dopo cinque anni di intensa pressione pubblica, l’azienda ha desistito dal caso nel 2006.
La Bolivia è solo uno dei governi che stanno sfidando la protezione eccessiva degli investitori nei trattati di libero commercio e dei trattati bilaterali sugli investimenti. Il Ciadi è il meccanismo più ampiamente usato dalle multinazionali per obbligare giuridicamente i governi a rispettare le regole di questi trattati.
Sebbene il governo della Bolivia abbia seguito tutti i procedimenti adeguati per ritirarsi dal Ciadi, l’organo della Banca mondiale ha pianificato di riunire tra pochi giorni un tribunale che accolga il caso elevato contro la Bolivia da Euro Telecom International (Eti), una compagnia registrata nei Paesi Bassi i cui reali proprietari sono Telecom e la spagnola Telefonica. Eti controlla il 50% della boliviana Entel, che fornisce il 60% dei servizi di telefonia nel paese.
Secondo Antonio Tricarico, coordinatore della Crbm, “questo caso rischia di stabilire un pericoloso precedente a favore dei più avidi investitori internazionali e contro le ragioni di uno sviluppo locale e sostenibile dei paesi più poveri. Per questo, coerentemente con i suoi impegni di sviluppo presi a livello internazionale, il governo italiano dovrebbe intercedere attivamente per favorire una mediazione in Bolivia tra Telecom Italia e il Presidente Morales, fuori dalla segrete stanze del Ciadi a Washington”.