Francesco Gesualdi sulle elezioni del 9 aprile
Pubblichiamo la lettera che un nostro lettore ci ha scritto dopo aver letto la rubrica “Idee eretiche” di Francesco Gesualdi sul numero di marzo. Cliccando su “continua”, la risposta di Francesco.
Caro Gesualdi,
capisco che il suo ragionamento verteva sulla opportunità di una presenza lillipuziana in Parlamento. Ma il fatto di non aver speso una sola parola – dalla sua piccola ma seguita tribuna – sulla posta in gioco di queste elezioni mi sembra veramente imperdonabile.
Come ha scritto Umberto Eco nel suo appello: “Non c’è scontento, per quanto giustificabile, che possa stare pari con il timore di una fatale involuzione della nostra democrazia”.
Mi domando e le domando se il suo articolo, oggi come oggi, non suoni, anche involontariamente, come un invito all’astensione.
Paolo Vierucci, Livorno
Caro Paolo,
grazie del tuo commento. Lungi da me l’idea di volere esortare all’astensione.
Ho speso la vita per aiutare la gente a scoprire tutti gli spazi di potere che abbiamo a nostra disposizione per condizionare il corso della storia e fuguriamoci se esorto a non utilizzare lo strumento classico che è il voto politico. A maggior ragione in questa tornata elettorale che ha anche il compito straordinario di mandare a casa Berlusconi, che reputo un grave pericolo per l’Italia non solo per le sue politiche economiche banditesche, ma per i suoi costanti tentativi di demolire la democrazia.
Pertanto invito espressamente tutti ad andare a votare, naturalmente per un partito del Centro sinistra, per sbarazzarci di Berlusconi e potere finalmente tornare a difendere i temi che ci stanno più a cuore, senza avere più la paura di essere privati del bene più prezioso che è la democrazia.
Ringraziandoti ancora per la sottolineatura, ti porgo i più cordiali saluti
Francesco Gesualdi