La nuova Altreconomia
Anno nuovo, giornale nuovo. Questa volta il cambiamento è radicale. Ma la sfida vera sono i contenuti: più storie e una regola sopra tutto, andare a vedere di persona. Perché esserci cambia il punto di vista su ciò che accade
Miriam Giovanzana
Esserci cambia il punto di vista. È questa forse, al di là del formato e della grafica, la novità profonda del giornale che avete in mano. E quindi cercheremo di esserci, in ognuna delle vicende che vi racconteremo. Tutte le volte che sarà possibile andremo a vedere di persona. E dove non sarà possibile chiederemo in prestito i vostri occhi, lo sguardo dei nostri lettori e quello dei nostri collaboratori. Cercheremo di raccontarvi le vicende a partire da un punto di vista preciso, magari minuscolo, ma concreto. Sarà solo un frammento, al quale vi chiederemo di aggiungere sempre, articolo dopo articolo, la vostra esperienza, il vostro punto di vista. Anche a voi chiederemo di esserci.
Da parte nostra abbiamo cercato di realizzare un giornale più bello, più leggibile, con meno box e più storie raccontate, quasi come uno sguardo sintetico sulla realtà. Qualche tema avrà bisogno di più ampio spazio, o di maggiore tempestività, ma ormai Altreconomia è un “sistema”, un insieme di strumenti diversi: per gli approfondimenti ci sono i libri e i supplementi, il sito per l’attualità e l’archivio, i convegni e gli incontri in giro per l’Italia per il confronto e il dibattito. Vorremmo che i nostri lettori imparassero a guardarci e a usarci così.
Questo è ancora un numero sperimentale, abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo per risolvere tutti quei problemi tecnici che emergono inevitabili in ogni nuovo progetto grafico. Tuttavia è già tempo di ringraziamenti: al consiglio di amministrazione del Consorzio di Altreconomia, che ci ha accompagnato con fiducia in questo nuovo passaggio, alla redazione e in particolare a Laura Anicio senza la cui professionalità questo numero non avrebbe visto la luce nei tempi previsti; e poi al gruppo di grafici con cui abbiamo lavorato, dal nome indicativo: “Due mani non bastano”. E poi a tutti i collaboratori che in questo percorso ci hanno sostenuto con passione, consigli e suggerimenti. In particolare grazie a Lorenzo Guadagnucci, Francesco Gesualdi, Andrea Semplici, Tonino Perna che ormai di questo giornale sono firme note e prestigiose.
E grazie a tutti voi che ogni mese ci leggete e sostenete il progetto di Altreconomia: fare informazione sulle economie di rapina e, insieme, dare visibilità e spazio a stili di vita e iniziative produttive, commerciali e finanziarie ispirate ai principi di sobrietà, equità, sostenibilità, partecipazione e solidarietà.
Miriam Giovanzana