Nucleare, l’Europa va avanti
L’Europa ha deciso di portare avanti il programma di ricerca sulla fusione nucleare Iter anche da sola, se gli altri partner non accettano di installare l’impianto sperimentale in Francia. Da più di cinquant’anni i fisici promettono che la fusione nucleare sarà la fonte di energia del futuro. E sarà una fonte potenzialmente inesauribile e pulita. Non tutti sono d’accordo con queste promesse. Allo stato attuale gli esperimenti in corso producono ancora scorie nucleari che pongono i soliti problemi di smaltimento, e comunque vada anche gli ottimisti dicono che bisognerà aspettare per altri cinquanta prima che la promessa si avveri.
Il processo di fusione nucleare è quello che fornisce l’energia delle stelle, grazie alla fusione di nuclei di idrogeno per formare nuclei di elio. Sulla Terra finora la fusione è stata realizzata solo nelle bombe H e la difficoltà sta tutta nel controllare questo processo che rilascia enormi quantità di energia in una frazione di secondo. Finora i tentativi fatti hanno permesso di fornire energia solo per tempi brevissimi e in quantità inferiore all’energia necessaria per creare le condizioni adatte alla fusione. Per capire come superare i molti problemi bisogna avviare grandi programmi di ricerca, con investimenti enormi, tanto che l’ambito più adatto per un simile compito sembra quello di un grande progetto internazionale, che veda coinvolti tutti i paesi industrializzati o in via di rapida industrializzazione. Questa almeno è la richiesta che viene da diversi ambienti scientifici, anche se contesta da molti ecologisti che ritengono più produttivo continuare con piccoli progetti di ricerca che chiariscano meglio i molti problemi connessi al controllo della fusione nucleare.
Dietro questi grandi progetti ci sono ovviamente grandi interessi, e lo dimostra la vicenda di Iter, una collaborazione internazionale che vede impegnati Europa, USA, Giappone, Cina, Corea e Russia (http://www.iter.org/) e che prevede investimenti per oltre 6 miliardi di dollari.
Iter dovrebbe essere il primo impianto a fusione capace di produrre 500 megawatt di energia per un periodo di oltre 500 secondi, e si spera che la realizzazione di questo obiettivo apra la via alla costruzione di macchine capaci di produrre energia in modo continuato e efficiente.
Il progetto è in stallo da tempo perché non si trova un accordo sul sito dove costruire il reattore a fusione sperimentale. Europa, Cina e Russia puntano su Cadarache, in Francia, mentre USA, Giapponese Corea vogliono realizzarlo in Giappone. L’ultima riunione del 9 Novembre a Vienna è finita con un nulla di fatto, ma qualche giorno fa la Commissione Europea ha deciso che Iter partirà comunque entro il prossimo anno, rinunciando ad alcuni partner se non si troverà l’accordo, e che si farà in Francia.