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Alla corte di Re Palenzona
"Alla corte di re Palenzona". Ad aprile 2010 abbiamo dedicato un approfondimento alla figura di Fabrizio Palenzona (nella foto con Gianni Letta), banchiere (ma non solo), un uomo che bada ai fatti e alle cariche. "Nonostante la stazza -è un…
"Alla corte di re Palenzona". Ad aprile 2010 abbiamo dedicato un approfondimento alla figura di Fabrizio Palenzona (nella foto con Gianni Letta), banchiere (ma non solo), un uomo che bada ai fatti e alle cariche. "Nonostante la stazza -è un gigante di un metro e novanta per oltre un quintale e mezzo- e un ‘peso specifico’ ancora maggiore nelle vicende dell’economia italiana, il suo è il viso del perfetto sconosciuto -scrivevamo-. Palenzona non è abituato a rilasciare interviste e le sue foto, formato tessera, illustrano a volte le pagine economiche dei quotidiani. Ma solo quelle. Eppure Fabrizio Palenzona è uno degli uomini più influenti d’Italia: da oltre dieci anni è vicepresidente di Unicredit, il primo gruppo bancario italiano (vedi Ae 113), ed è anche consigliere d’amministrazione di Mediobanca, il salotto buono, ‘perno del sistema Italia’ nelle parole del suo presidente, Cesare Geronzi (vedi Ae 100)".
Ci avevamo visto giusto: con un’intervista rilasciata a Massimo Mucchetti, vice-direttore del Corriere della Sera, nel marzo 2011, Palenzona ha detto le sue rispetto alle vicende più ingombranti che hanno occupato le pagine economiche e finanziarie dei quotidiani italiani. In merito alla governance di Generali, ad esempio: "Nell’interesse suo e del Paese, Mediobanca ritiene strategica Generali, dove può esercitare la stessa funzione di Unicredit in piazzetta Cuccia.
D’altra parte, a differenza di altri, alcuni soci rilevanti, tra i quali Caltagirone, imprenditore cartesiano senza fronzoli e uomo libero, e la Fondazione Crt, possono ragionare sul lungo termine in sintonia con Mediobanca». Su Rcs (l’editore del Corriere della Sera): "Credo che Mediobanca debba uscire dall’editoria. Vi era entrata dopo la P2. L’Italia è cambiata. Ma sarebbe bene uscire assieme agli altri garantendo l’indipendenza del Corriere dal potere politico e dai poteri economici anche sul piano formale e societario. Per capirci, banche e assicurazioni hanno gli stessi conflitti d’interesse dei grandi industriali. Un editore puro o una public company vera, con i giusti statuti, sarebbero meglio". Nelle settimane successive, anche l’Espresso e la Repubblica (Affari&finanza) hanno dedicato due ritratti al personaggio Palenzona, che finalmente ha scelto di uscire dall’ombra.