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La Regione Lazio verso la ri-pubblicizzazione del servizio idrico

La Corte di Appello di Roma ha ammesso il referendum propositivo su "tutale, governo e gestione pubblica delle acque", presentata a settembre 2012 dai comitati e da una quarantina di amministrazione comunali. La Regione ha dodici mesi di tempo per "normare" la materia, altrimenti si va alla consultazione popolare. Ne abbiamo parlato su Ae di novembre   

L’ufficio centrale regionale per il referendum della Corte di Appello di Roma, esaminata la documentazione presentata dal Comitato promotore, ha ammesso il referendum propositivo di legge regionale “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”, presentato a fine settembre.
La proposta -come abbiamo raccontato su Ae di novembre– era stata sottoscritta ed approvata a maggioranza qualificata, da circa 40 amministrazioni locali e sostenuta da migliaia di firme raccolte da associazioni e comitati.
La proposta di legge -si legge in un comunicato diffuso dal Comitato romano per l’acqua pubblica- "recepisce a livello regionale, il risultato referendario del giugno 2011, nel quale i cittadini di tutta Italia hanno espresso chiaramente la volontà di una gestione del servizio idrico che sia pubblica e libera dalle logiche di mercato".
L’ordinanza è stata comunicata, oltre che ai promotori, al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta regionale della Regione Lazio.
Acqua, rifiuti, la gestione dei servizi pubblici, i beni comuni entrano in maniera chiara e limpida nella prossima campagna elettorale. La prossima maggioranza dunque non potrà ignorare la volontà popolare: la proposta di legge sarà infatti sottoposta a referendum regionale nel caso in cui il Consiglio Regionale non affronti l’argomento nei 12 mesi successivi al suo insediamento.
Per info: www.referendumacqualazio.it

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