Ambiente
Autorizzazioni a rilento
Aziende e politici, spiega il portavoce del ministro Clini, avrebbero un’“interesse reciproco a non arrivare a una conclusione”
Il funzionario del ministero dell’Ambiente cui chiediamo la ragione dei cinque anni di ritardo nel rilascio dell’Autorizzazione integrata ambientale per i 23 impianti ancora in attesa (vedi la mappa a p. 20) preferisce non rispondere: “È il ministro che vigila sull’andamento del procedimento -dice-; e il ministro sa quali sono i problemi”. Il portavoce di Corrado Clini spiega che “i procedimenti sono complessi” e porta ad esempio i casi dell’acciaieria Ilva di Taranto (Aia rilasciata a novembre 2011) e della raffineria di Gela (la fase istruttoria si è conclusa il 30 luglio 2012). Facciamo presente che il “caso” di La Spezia è semplice, con 4 scambi di documenti in 5 anni. Dal gennaio 2007, quando è stata protocollata la domanda di Enel, la Commissione IPPC ha richiesto le prime integrazioni solo nel dicembre 2010 (ben oltre i 120/180 giorni previsti). Alla risposta inviata da Enel nel marzo 2011, dopo aver ottenuto una proroga di 60 giorni, sono seguite le osservazioni del Comitato SpeziaViaDalCarbone, il 27 luglio, e una richiesta di ammissione al procedimento di un Comune della provincia, a settembre.
Il portavoce del ministro, dopo essersi consultato, fa sapere che l’Aia della Spezia “l’abbiamo sbloccata, ora la chiudiamo”. Perché era ferma? “La commissione era decaduta a gennaio con il cambio di ministro, e ci sono voluti nove mesi per insediarla di nuovo; ora hanno tirato fuori il faldone, la pratica è semplice perché è già tutto impostato e contano di chiuderla entro l’anno”. Più in generale, a proposito dei ritardi, in una telefonata precedente aveva spiegato che “il lavoro in questi anni è stato fatto quasi tutto in forma cartacea senza vedere di cosa si stesse parlando. Tutto molto burocratico, fatto di avanti e indietro di documenti, mentre ora (come a Taranto e Gela) andiamo sugli impianti per vederli e capire meglio e in meno tempo”. Continua: “È lo stesso problema delle bonifiche: spesso c’è interesse reciproco a non arrivare a una conclusione. Interesse delle aziende, dei consulenti, dei politici locali; c’è una complessità intrinseca, un rapporto durissimo con le istituzioni locali che mettono sempre i bastoni tra le ruote”. E conclude, “adesso le stiamo affrontando molto rapidamente un poco alla volta”. —