Ambiente
Toscana senza dimora
Nonostante 423mila abitazioni vuote, aumentano le domande di alloggio popolare e gli sfratti
"Case senza gente, e gente senza casa”. Bastano due parole incrociate per dar conto del problema in Toscana, dove -spiega l’assessore regionale al Welfare e politiche per la casa, Salvatore Allocca- “si allarga rapidamente lo spread tra la capacità di reddito delle famiglie e il costo dell’abitare, facendo riemergere condizioni di marginalità estrema e rendendo la questione abitativa il primo e più importante fattore della condizione sociale”. Tutti i numeri stanno nel volume “Abitare in Toscana: anno 2012. Primo rapporto sulla condizione abitativa”, diffuso ad aprile dalla Regione. “Da una parte 423.000 immobili a destinazione abitativa non locati, e dall’altra una lunghissima lista di attesa di 24.000 domande di alloggio e una costante moltiplicazione degli sfratti per morosità, che oggi sono circa il 90% dei provvedimenti giudiziari di allontanamento forzoso di inquilini” spiega Allocca. La Toscana vede una percentuale di proprietari superiore a quella nazionale -il 76,0% contro il 72,4%-, anche se la percentuale di coloro che vive in affitto è passata negli ultimi anni dal 14,2% (2005) al 15,8% (2010). E chi vive in affitto a canone di mercato spende per l’abitazione in media 703 euro al mese: ciò si traduce in un “peso” che “supera la soglia del 30% [del reddito, ndr], considerata convenzionalmente il limite oltre il quale l’onere economico sostenuto pone la famiglia in condizioni di grave disagio”. Per chi dispone di una casa di proprietà questa percentuale scende al 14,9% (se l’abitazione è gravata da un mutuo) o al 7,9%.
Allocca ha proposto di istituire una tassa di scopo di 10 euro al mese su ognuno degli oltre 400mila immobili sfitti. “Potrebbe realizzare oltre 50 milioni di introito -spiega l’assessore-, più che sufficienti a garantire a tutti coloro che subiscono uno sfratto a causa di una morosità originata dalla perdita del lavoro o da altri eventi documentati, il passaggio da casa a casa”. E sarebbe anche una risposta alle politiche del governo: “Quest’anno il contributo sugli affitti passerà per la Regione Toscana da 8.600.000 euro a 600mila, con una riduzione del 93%”. —
Lombardia, si va verso le 400mila case vuote
Se l’abitare pone problemi, per risolverli è necessaria un’adeguata pianificazione. Il Dipartimento di architettura e pianificazione del Politecnico di Milano ha realizzato -per conto di Cisl e Sicet- un rapporto su “Offerta e fabbisogno di abitazioni al 2018 nella Regione Lombardia” (marzo 2012), che suggerisce l’esigenza di “nuovi equilibri tra edilizia libera, convenzionata e sociale”. Il 75% della produzione edilizia tra il 2002 e il 2008, infatti, s’è concentrato sull’edilizia libera, e solo il 7,5% all’edilizia sociale, nonostante il 42,5% della potenziale domanda facesse riferimento a questo settore. E la situazione rischia di peggiorare: al 2018, il rischio è un surplus di edilizia “libera” di 809.184 vani, pari a 367.811 abitazioni (38.808 solo nella Provincia di Bergamo).