Ambiente / Opinioni
Il suolo e il voto. Vincono gli annunci di tutela
Il curriculum vitae dei nuovi amici del paesaggio non coincide con il profilo della promessa elettorale. È necessario vigilare
Tempo di elezioni, programmi e promesse. Il futuro di beni comuni come suolo acqua aria dipende da chi governerà nei prossimi cinque anni. Doveroso quindi è stato leggere i programmi di chi si presentava al voto: dalle 10 paginette scritte larghe del centrodestra alle 616 del Movimento 5 Stelle che richiedono quattro giorni di ferie per essere lette. Quali novità? Per il centrodestra il suolo non esiste e neppure il consumo di suolo. Zero di zero. C’è solo un inutile e generalista accenno alla ‘Tutela dell’ambiente”, scritto più per non farsi accusare di non averci pensato che per altro. Invece abbiamo trovato un allarmante e sgrammaticato “Più efficienza […] dei consumi nell’edilizia” che non si capisce cosa significhi, ma se ne intuisce il pericolo.
Pure rischioso il “No alle regolamentazioni eccessive che ostacolano lo sviluppo” che sempre si è risolto in asfaltature inutili. Passiamo al Pd. Per il Paesaggio ha promesso di approvare e aggiornare “entro la fine della prossima legislatura, insieme con le Regioni, tutti i piani per assicurare la tutela e la valorizzazione sostenibile del Paesaggio”. Peccato che i piani paesaggistici sono competenza esclusiva delle Regioni e quindi questa è una promessa di carta: ma vabbè, l’elettore medio che ne sa? Per il suolo, invece, scopriamo con sorpresa che si vorrebbe approvare una “legge nazionale sullo stop al consumo di suolo, prevedendo incentivi per il recupero dell’esistente e disincentivi per le costruzioni su suolo inedificato”. Ma sarebbe fantastico!
Finalmente si parla di stop e non di timide “limitazioni”. Ci possiamo credere? Francamente pochino perché questa coalizione è stata al governo cinque anni e il Pd era pure relatore alla Camera e al Senato di una proposta di legge per contenere il consumo di suolo che non prevedeva alcuno stop (era vietato anche solo pensarlo) ed era piena zeppa di deroghe. Non mi pare neppure che le regioni guidate da Pd&coalizioni abbiano scritto leggi che blocchino i consumi di suolo. Né ricordo esponenti del Pd sostenere con vigore la proposta del movimento “Salviamo il Paesaggio” che, quella sì, blocca bene il consumo di suolo. Insomma il curriculum vitae del proponente non coincide col profilo della promessa elettorale. Vigileremo per vedere che non prendano in giro il suolo e noi, come è già accaduto. A sinistra, Liberi e Uguali ha parlato di “imporre un definitivo stop al consumo di suolo urbano e agricolo” e vuole pure “varare un piano di tutela e promozione del capitale naturale del nostro Paese”. Pregevole: staremo a vedere.
Infine M5S, con il suo enciclopedico programma, ha (stra)parlato di suolo acciuffando numeri e riferimenti da rapporti ISPRA, europei e da altri studi. Un metodo che gli fa onore anche se la mancanza di sintesi indebolisce la credibilità di quel programma un po’ stopposo. Comunque afferma, esattamente come il Pd, di volere la “rigenerazione urbana e lo stop al consumo di suolo”. Bene: vigileremo. Insomma stando ai programmi, se il suolo avesse votato (magari!) avrebbe saputo dove mettere una X. Però siccome il suolo la sa lunga e ha visto tanti dire un sacco di balle e fare promesse da marinaio, tanti occuparsi più di compromessi al ribasso che di lotte per l’alta tutela, tanti manomettere le parole dell’urbanistica e della politica facendo solo finta di tutelare, il suolo mi chiede di dire a tutti voi di non stare affatto tranquilli, ma di controllare instancabilmente che quello che hanno scritto nei programmi venga davvero fatto e presto. Per chi non ha scritto nulla per il suolo, la decisione per me è presa: non sono presentabili né responsabili e, nel caso drammatico di un loro governo, occorrerà che le opposizioni non si addormentino come, ahimè, è accaduto spessissimo nei governi delle Regioni.
Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro è “100 parole per salvare il suolo” (Altreconomia, in uscita a marzo 2018)
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