Ambiente / Varie
Seravezza e le sue virtù
Nuove case popolari in un ex Magazzino, rifiuti zero e pasti biologici nelle mense scolastiche: le buone pratiche del “Comune virtuoso” dell’anno, in provincia di Lucca. La biblioteca ha sede nel Palazzo mediceo, ristrutturato nel corso degli ultimi anni, che è stato riconosciuto dall’UNESCO nel Patrimonio mondiale dell’Umanità
Le dodici nuove case popolari di Valventosa sono state ricavate dal recupero di un ex magazzino comunale, lungo il fiume Vezza. La luce entra dai finestroni di quest’officina nata nel Settecento per la lavorazione del ferro, e illumina il grande atrio, uno spazio comune sotto gli archi. Il 28 settembre tutti i cittadini di Valventosa e Ruosina, due frazioni del Comune di Seravezza, in provincia di Lucca, sono stati invitati qui dall’amministrazione comunale, per la presentazione del progetto “porta a porta”, cioè l’estensione della raccolta a domicilio dei rifiuti solidi urbani che, partita nel 2008 in pianura, risale verso le frazioni collinari. “Ad oggi, gli abitanti serviti sono 11.898 su circa 13.500. Da ottobre si aggiungeranno altre 110 famiglie” spiega l’ingegner Consuelo Belluomini, responsabile dell’ufficio ambiente dell’ente. L’edilizia sociale e l’attenzione al ciclo dei rifiuti sono solo due degli elementi che hanno portato a Seravezza il riconoscimento di “Comune virtuoso dell’anno”, con il premio assegnato il 19 settembre 2015 dall’associazione dei Comuni virtuosi (http://comunivirtuosi.org).
“Dal 2006 lavoriamo per restituire un’identità a un territorio importante, oscurata da quelli vicini” racconta il sindaco Ettore Neri. È nel centro storico di Seravezza, dall’incontro tra il Vezza e il Serra, che nasce il fiume Versilia, ma il mare dell’omonima riviera -quello famoso di Viareggio e del Forte dei Marmi- qui non c’è. Neri amministra un Comune nell’entroterra, il cui territorio sale dai 3 metri sul livello del mare di Querceta fino ai quasi 1.600 del monte Altissimo, nel cuore delle Alpi Apuane. Mancano le spiagge, ma anche Seravezza è ricca: il Palazzo mediceo è l’unico bene nella provincia di Lucca riconosciuto -dal 2013- quale Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco, nell’ambito del sito seriale “Ville e Giardini medicei in Toscana” (ne fa parte, tra gli altri, il famoso Giardino di Boboli, a Firenze). Il Palazzo è di proprietà pubblica, e ospita -al piano terra- la biblioteca comunale e la sede della Fondazione Terre Medicee (che è l’ente gestore del bene, http://www.terremedicee.it). Al primo piano si tengono invece mostre d’arte (fino al 2 novembre è esposta per la prima volta dagli anni Settanta l’opera del pittore livornese Mario Puccini, che nei primi decenni del Novecento dipinse anche a Seravezza). “Nel 2006, nell’area tra il Palazzo e le Scuderie c’era un campo da calcio, abusivo, con tanto di spogliatoi” racconta Neri. Il Comune -anche grazie ad un finanziamento regionale- ha prima ristrutturato le Scuderie (oggi ospitano una ricca stagione teatrale) e poi il Palazzo. L’intervento è costato circa 1,3 milioni di euro. “Abbiamo ricostruito la prospettiva da una veduta del Cinquecento” racconta l’architetto Andrea Tenerini, responsabile del Settore gestione e tutela del territorio del Comune di Seravezza. “La fruibilità del Palazzo, che è aperto ai cittadini ogni giorno, grazie alla biblioteca, ha molto impressionato i delegati Unesco chiamati a valutare quali tra i beni medicei candidati ad entrare nel patrimonio dell’umanità fossero idonei all’iscrizione”, aggiunge. Su 36 “candidati”, fanno parte del sito seriale appena 12 tra palazzi e castelli e tenute e due giardini. Se i Medici avevano scelto Seravezza era per la salubrità, perché nel Cinquecento le aree più a ridosso del mare erano zone malariche.
Oggi alcune delle scelte dell’amministrazione Neri rispondono alla stessa esigenza. Il porta a porta e la conseguente adesione all’“Opzione rifiuti zero”, ad esempio, servono a sganciarsi da un sistema di gestione dei rifiuti “basato” sull’inceneritore di Pietrasanta. Neri parla letteralmente di “rompere le ‘catene’ di un meccanismo di ‘vuoto per pieno’, per cui l’investimento del partner privato che aveva costruito l’inceneritore (una società del gruppo francese Veolia) imponeva ai Comuni della zona di consegnare un quantitativo minimo di rifiuti”. Dal 2008 al 2014 la percentuale di raccolta differenziata è passata dal 22 al 73%. Le famiglie, inoltre che hanno a casa una compostiera domestica, e separano in autonomia la frazione organica sono più di 1.300, e ricevono una sconto del 10 per cento sulla tariffa del servizio di igiene urbana. Dal 2008 i rifiuti totali prodotti nel Comune di Seravezza sono calati del 18 per cento circa. A sparire sono state anche le bottigliette d’acqua minerale, “bandite” dalle mense pubbliche, dove vengono serviti -la gestione è appaltata a Cir Food- anche pasti cucinati con materie prime di origine biologica. Sui tetti di tre scuole elementari, i bambini vedono -dal 2011- i pannelli fotovoltaici, presenti anche nei pressi di un campo sportivo. Nel 2014, il Comune ha incassato grazie alle tariffe incentivanti circa 15mila euro. Sono spiccioli, purtroppo, a fronte di una riduzione dei trasferimenti che dal 2010 ha contratto del 7-8% la capacità di spesa del Comune. “Dei tributi che incassavamo, manca circa un milione di euro -spiega il sindaco Neri-. E questo nonostante un indebitamento che è sotto l’1,5% del bilancio, e anche se è dal 2006 che non chiediamo anticipi di cassa alle banche”.
Coi tagli diventa difficile amministrare un territorio di quasi 40 chilometri quadrati, che su una superficie pari a un quinto di quella di Milano ospita appena un centesimo della popolazione del capoluogo lombardo. “È difficile gestire le piccole manutenzioni” dice l’architetto Tenerini, vicino alla chiesetta di Valventosa, trasformata in auditorium nei pressi del nuovo intervento di edilizia residenziale pubblica. C’è l’erba alta, ma il Comune non ha le risorse per intervenire, né umane né finanziarie. “Sarebbe più facile pavimentare, asfaltare” aggiunge. È uno sfogo amaro: l’intervento di recupero dell’ex magazzino comunale, quello in cui stanno entrando le 12 famiglie assegnatarie, è costato 3 milioni di euro e finanziato dalla Regione Toscana. In centro, a Seravezza, c’è una “nuova” piazza chiusa alle auto, un intervento realizzato dal Comune dopo aver promosso un concorso di idee. La pista ciclabile tra Querceta e Forte dei Marmi, però, è finanziata in parte da Coop, una “perequazione a distanza” dato che il gigante cooperativo della grande distribuzione organizzata sta costruendo una media superficie di vendita a Querceta. Nel premiare il Comune di Seravezza, Marco Boschini, coordinatore dell’associazione Comuni virtuosi, ha evidenziato come la storia degli ultimi dieci anni di amministrazione dell’ente versiliese rappresenti “uno di quegli esempi concreti di come le politiche ambientali, se adottate trasversalmente a tutti i settori della macchina comunale, possano diventare il paradigma con cui declinare una politica sociale ed ecologica di comunità, in grado di fare la differenza nel miglioramento concreto della qualità della vita delle persone. La molteplicità dei progetti realizzati e la visione d’insieme -ha spiegato Boschini- rappresentano un modello e un punto di riferimenti per tutte quelle amministrazioni che intendono cimentarsi nel campo della sostenibilità”. —
Il borgo diffuso
Castel del Giudice (IS) è l’unico Comune dell’Alto Molise che segna (tra il 2001 e il 2011) un trend demografico “positivo”. Merito, secondo il sindaco Lino Gentile, di alcuni iniziative prese dall’amministrazione, che hanno contribuito a creare posti di lavoro. Nel 2003 è nata Melise spa, società partecipata dal comune, dai cittadini e da imprenditori locali, che ha impiantato 50 ettari di meleti su terreni incolti, irrigati con un sistema a goccia all’avanguardia gestito telematicamente, e distribuisce (anche all’estero) mele e trasformati certificati biologici, occupando quattro unità lavorative locali e diversi stagionali. L’ultimo progetto portato a compimento, che è valso a Castel del Giudice il premio di “Comune virtuoso dell’anno” 2015 per la categoria “gestione del territorio” riguarda invece la riqualificazione delle stalle poste ai margini del Paese, con la realizzazione di un albergo diffuso, “Borgo Tufi” (borgotufi.it). L’amministrazione ha coinvolto i proprietari degli immobili e quindi dato vita a una società di trasformazione urbana (STU), partecipata all’80% da due imprenditori (individuati tramite bando). Sono stati creati 150 posti letto creati, un ristorante con 150 coperti, un centro benessere e una sala convegni senza consumare nuovo suolo. L’investimento complessivo -circa 7,5 milioni di euro- è stato coperto dall’ente e per due terzi dai privati.
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