Le montagne non rappresentano semplicemente il più grande patrimonio naturale del nostro Paese, ma sono anche una preziosa riserva della “coscienza ambientale” che vive nei nostri territori. Ecco perché, come spiega questo libro, bisogna averne “cura”: delle sue foreste, sempre più colpite dalle tempeste e dai cambiamenti climatici; delle sue acque, minacciate dall’idroelettrico; delle aree che il turismo di massa e i grandi eventi vorrebbero trasformare in impianti o in un’appendice delle grandi città di pianura; dei parchi e delle aree protette che devono fare rete; degli animali che ne sono “cittadini”.
“Può darsi che effettivamente la vorace miopia degli interessi economici e dei profitti a corto termine siano più forti di ogni richiamo alla ragione, oltre che alla giustizia. Ma non è un buon motivo per non provare almeno a fare il possibile per la difesa dell’integrità della biosfera e per la sopravvivenza dei popoli, accettando di cominciare a pagare il comune debito che – seppur in proporzioni assai diverse – Nord e Sud hanno contratto con la “Madre Terra”. (Alex Langer, 1-10-1991)
La montagna quindi non solo come “spazio” dove rifugiarsi nel tempo libero, ma come patrimonio di valori, di risorse e saperi, come testimonianza storica di un rapporto diverso con la natura, basato sulla consapevolezza dei limiti. Un modello, appunto, da cui altri contesti -come quelli urbani, costieri o dell’agricoltura intensiva- hanno molto da imparare.
Questo libro mette in luce le proposte positive delle realtà ambientaliste (troppo spesso additate come fronte del “no”) attive in particolare sull’arco delle Alpi e che negli anni hanno condotto e vinto importanti battaglie, dal sostegno dei Parchi, contro lo spopolamento, per la salvaguardia della biodiversità e altre, alla denuncia del degrado, dello sfruttamento distruttivo e del turismo selvaggio.
Scrive Paolo Cognetti nella bella prefazione: “Abbiamo grande bisogno di una coscienza ambientale che viva nel territorio, che abiti insieme alle persone, che faccia a meno della purezza dei simboli e si sporchi le mani con i problemi, la vita quotidiana e il lavoro degli esseri umani. Sento bisogno di un ambientalismo che elabori una visione economica della montagna. (…) Economia non vuol dire diventare ricchi, vuol dire riuscire a vivere dove vogliamo vivere. Il lavoro è un punto fondamentale che dobbiamo mettere al centro del discorso se vogliamo essere ascoltati. Un ambientalismo che vuol vincere le sue battaglie secondo me dovrebbe ripartire da qui”.
La prefazione è dello scrittore Paolo Cognetti
Con un intervento di don Luigi Ciotti, presidente di Libera
Testi di: Giuseppe Dematteis, Carlo Alberto Pinelli, Lucia Ruffato, Vanda Bonardo, Federica Corrado.
Hanno collaborato anche Carlo Gubetti, Francesco Pastorelli.
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