Ambiente
Micro resistenze
Il timore: fino a 50 camion al giorno per cavare inerti. La ditta concessionaria però smentisce
Mariuccia e il marito Ottorino vivono in Val Posina (Vi) dal 2003. Si sono trasferiti quassù da Vicenza. La loro casa è in una delle 20 contra’ di Laghi, minuscolo comune (127 abitanti) della Comunità montana Alto Astico e Posina: “La nostra idea -racconta Mariuccia- era quella di coinvolgere il borgo, creare un eco-villaggio”.
Sulla loro strada, però, hanno trovato una miniera. Si chiama “Zanconi”, e per raggiungerla percorriamo una strada sterrata, ci arrampichiamo per alcuni tornanti, quindi lasciamo l’auto e proseguiamo a piedi. Quassù, nel 1951, si iniziò a portar via bentonite, un minerale argilloso molto assorbente. Il “problema”, per Laghi, è iniziato nei primi anni Duemila. La febbre edilizia ha colto anche il Veneto, ed è diventato molto redditizio vendere l’“associato”, ovvero la pietra intorno al minerale, lo scarto insomma. “La ditta concessionaria si chiamava Sab Chimica Mineraria -spiega Mariuccia-. Ha iniziato a cavare nel 2° e nel 3° lotto, senza ripristinare il primo”. Nel 2003, la miniera viene sequestrata: “L’azienda ‘cavava’ senza autorizzazione, e in seguito è stata anche condannata e obbligata al ripristino ambientale”. Valutato 280mila euro, l’intervento non è mai stato fatto. Né da Sab, fallita, né dalla Italiana Zeoliti, una società di Vignola (Mo) che ha acquisito la concessione.
Italiana Zeoliti produce lettiere per gatti, anche quelle a marchio Coop. E usa la bentonite come materia prima. Lo spiega, al telefono, Angelo Cappi, il titolare dell’Italiana Zeoliti: “La popolazione è allertata, perché nei primi anni Duemila Sab oltre a cavare il minerale portava via inerti”. Italiana Zeoliti -che detiene il 49% di una ditta di Castelvolturno (Ce) che si occupa di “frantumazione di pietre e minerali vari”, Gofrat srl- smentisce la volontà di cavare inerti in Val Posina.
Tuttavia, quando hanno scoperto che la ditta aveva presentato istanza di rinnovo della concessione, i cittadini di Laghi e Posina (circa 700) si sono mossi, dando vita al comitato “L’acqua e il bosco della Val Posina” “Nel marzo del 2011 è stato presentato in pubblico lo Studio d’impatto ambientale (Sia) -spiega Mariuccia-. Il comitato, nato in quei giorni, ha raccolto 130 firme. A metà aprile abbiamo presentato le nostre osservazioni, all’Unità complessa Via della Regione Veneto, alla Soprintendenza di Verona e ai due sindaci di Laghi e Posina, i comuni in cui ricade la concessione mineraria”. I due enti osteggiano il comitato: quando hanno organizzato una “merenda” nei pressi della cava, su un terreno privato, hanno mandato i Carabinieri. Anche se non era una manifestazione, hanno richiesto loro il permesso della Questura.
Il sindaco di Laghi dice che l’attività mineraria porterebbe 20mila euro all’anno nelle casse dell’ente. I numeri che spaventano il comitato, però, sono altri: 812mila metri cubi di inerti da portar via in 10 anni. “Abbiamo calcolato 50 camion al giorno”, spiegano. Troppi su queste strade di montagna.