Ambiente
Metti il cibo nei motori
"Cibo nei motori" è una sintesi del rapporto della campagna EuropAfrica sulle conseguenze degli investimenti in agrocombustibili, “(Bio)fuelling Injustice?”. Spiega perché le politiche sugli agrocarburanti in Europa contribuiscono all’insicurezza alimentare in Africa
Prendete l’automobile, aprite il serbatoio e infilateci dentro del cibo. È un’immagine forte quella che hanno scelto gli attivisti della campagna “EuropAfrica: verso la sovranità alimentare” (www.europafrica.info), autori di “Cibo nei motori. Dalle politiche sugli agrocarburanti in Europa all’insicurezza alimentare in Africa”, dossier sulla crescita del mercato dei bio e agrocarburanti, reperibile presso le botteghe del Commercio equo o in versione pdf sul nostro sito, www.altreconomia.it.
Sintesi del rapporto “(Bio)fuelling Injustice?”, “Cibo nei motori” affronta le ricadute sociali della sottrazione crescente di terra libera e fertile, in aree caratterizzate da ricorrenti crisi alimentari. Come il Madagascar, dove la sudcoreana Daewoo stava per aggiudicarsi -in affitto per 99 anni- un milione di ettari. Obiettivo: produrre 5 milioni di tonnellate di cereali e olio da palma per fini energetici, in un Paese dove un quarto della popolazione soffriva per carenze alimentari. Secondo la Banca Mondiale, gli ettari di terra oggetto del “monopolio” descritto nel rapporto sarebbero tra i 50 e gli 80 milioni. Per oltre il 50% concentrati nel continente africano. Olivier De Schutter, relatore speciale dell’Onu per il diritto al cibo, ha stigmatizzato questa tendenza, affermando che nel corso degli ultimi 10 anni, l’accresciuta domanda di mais è dipesa per oltre il 70% dall’aumento della domanda di agrocarburanti. Gli Usa hanno posto l’obiettivo di 130 miliardi di litri annui entro il 2022. Il Giappone 800 milioni di litri entro il 2018, la Cina 12 milioni di tonnellate da qui a otto anni. —