Esteri
In piazza la Spagna sotto sfratto
Le "vittime del mutuo" hanno manifestato in cinquanta città, sabato 16 febbraio, per chiedere di bloccare gli sgomberi e chiedere l’approvazione di una iniziativa legislativa popolare che riconoscere il "diritto all’abitare" nel Paese vittime della "bolla immobilare". Al tema avevamo dedicato un reportage su Ae 145
In tutta la Spagna l’ultimo 16 febbraio resterà nella storia come "il #16F", ovvero la data scelta in tutto il Paese per manifestare "per il diritto alla casa!".
Chi è sceso in piazza, in una ciqnquantina di città, lo ha fatto rispondendo a una convocazione della Piattaforma delle vittime del mutuo (Plataforma de Afectados por la Hipoteca, afectadosporlahipoteca.com), che invitava ad individuare i responsabili "del genocidio finanziario", il sistema bancario, e a riflettere intorno a una verità lampante: "Non ha senso che le banche accumilino migliaia di appartamenti vuoti mentre migliaia di famiglie vivono per strada".
I numeri della Spagna post "bolla immobiliare" (dal 2000, edificati oltre 650mila alloggi) sono quelli descritti nel reportage di Valentina Vivona da Valencia che abbiamo pubblicato a gennaio 2013: gli istituti di credito hanno presentato, tra il 2007 e il 2012, 400mila istanze di sfratto nei confronti di acquirenti non più in grado di far fronte alle rate del mutuo.
La manifestazione del #16F, però, ha anche celebrato una vittoria del movimento di lotta per il diritto alla casa: pochi giorni prima, infatti, il Parlamento ha dichiarato ammissibile l’iniziativa legislativa popolare "Que no te hipotequen la vida" ("Non possono ipotecare la tua vita", www.quenotehipotequenlavida.org), promossa da CCOO, UGT, Confederación de Asociaciones de Vecinos de Catalunya, Plataforma de Afectados por la Hipoteca, Observatori DESC y Mesa del Tercer Sector Social de Catalunya, e firmata da 1.402.854 cittadini spagnoli. La raccolta firme era terminata il 25 gennaio 2013.
Solo tre articoli. Sono tre richieste, con un messaggio semplice.
Al punto uno, c’è la "Dación en pago con efectos retroactivos", che significa che chi non è in grado di pagare la rata del mutuo cede l’abitazione alla banca con cui aveva acceso il mutuo che, in cambio, cancella il debito. La seconda richiesta, è la "Paralización de los desahucios", il blocco totale degli sfratti per tutti coloro i quali vivono abitualmente nell’abitazione e sempre che il ritardo nel pagamento della rate del mutuo sia legate a cause indipendenti dalla propria volontà (ad esempio, la perdita del posto di lavoro).
Il terzo articolo regolamenterà l’"Alquiler Social", l’affitto a prezzi calmierati dell’immobile requisito dal sistema bancario: a chi restituisce l’abitazione alla banca, viene riconosciuto il diritto a continuare a vivere nell’immobile per un periodo di cinque anni pagando un affitto mensile non superiore al 30% del proprio reddito mensile.