Ambiente
Imbottigliati alla meta. Bergamo ci prova – Ae 55
Numero 55, novembre 2004La nuova giunta di centrosinistra dà un segnale forte: per un giorno in città entrano solo le auto con più di tre persone. Un esperimento preparato per settimane ma che quando parte genera il caosCode chilometriche, serpenti…
Numero 55, novembre 2004
La nuova giunta di centrosinistra dà un segnale forte: per un giorno in città entrano solo le auto con più di tre persone. Un esperimento preparato per settimane ma che quando parte genera il caos
Code chilometriche, serpenti d’auto bloccate per ore sulla strada, fiumi di rabbia per chi, aggrappato al volante, non può fare nulla. Altro che mobilità sostenibile: in quanti l’avranno pensato nel tentativo -disperato- di entrare a Bergamo di prima mattina in quel fatidico 22 settembre. E invece proprio quello doveva essere: l’adesione della nuova giunta di centrosinistra (in carica da luglio) alla campagna “In città senz’auto”, sempre snobbata dalla precedente amministrazione.
Una manifestazione nata nel 1998 in Francia e oggi inserita all’interno della “European mobility week” (www.mobilityweek-europe.org ) per stimolare -spiegano gli organizzatori- “la consapevolezza pubblica sulla necessità di lottare contro l’inquinamento”, contro il consumo eccessivo di energia, contro un traffico che paralizza i centri urbani (con 82 spostamenti su 100 effettuati in auto). Ottimo il riscontro: quest’anno alla “settimana verde” hanno preso parte attivamente 377 città europee, mentre ben 1.154 hanno aderito alla giornata “In città senz’auto”. Palma d’oro alla Spagna con, rispettivamente, 109 e 212 centri. Molto più tiepido l'entusiasmo italiano, con 15 e 18 città.
Ogni municipalità decideva in modo autonomo come partecipare, quali iniziative mettere in campo, e Bergamo ha deciso di dare “un segnale forte”, come ribadisce oggi Maddalena Cattaneo, assessore a Pari Opportunità, Tempi e Orari della Città, Politiche di Mobilità. Una prova simbolica preparata per settimane. Di sicuro impatto: tra le 7.30 e le 9.30 le auto in entrata (il cosiddetto “traffico esogeno”) potevano superare uno dei 33 posti di blocco istituiti all’uopo soltanto con tre passeggeri a bordo. Limite invalicabile la circonvallazione che cinge quasi tutto il centro abitato. Di fatto la chiusura al traffico nelle ore di punta di un qualsiasi giorno feriale. Gli automobilisti non in regola potevano lasciare l’auto nei parcheggi d’interscambio e utilizzare i mezzi pubblici, potenziati per l’occasione.
Il “segnale forte” si è tramutato nel caos: fiumi d’auto hanno invaso le strade verso Bergamo come ogni mattina, o quasi, ignorando i divieti e tentando di entrare. Polizia urbana irremovibile. Code senza fine, autostrada bloccata, una vigilessa quasi investita da un automobilista che tentava di forzare il blocco. In compenso Bergamo ha vissuto una giornata di pace, a dimostrazione del fatto che gran parte del traffico cittadino è costituito da flussi esterni. Ogni giorno la provincia di Bergamo attrae 700 mila spostamenti, il 10% del traffico lombardo, senza contare le tratte di ritorno a casa. A pensarci, un uso dell’autoveicolo piuttosto irresponsabile (come quasi ovunque in Lombardia) con in media 1,3 passeggeri a bordo.
“Qualcosa non ha funzionato -ammette l’assessore Cattaneo- ma le comunicazioni erano state date (con manifesti, conferenze stampa, cartelloni lungo l’autostrada…), i mezzi pubblici erano stati potenziati, e con un biglietto giornaliero a un euro”. Il problema? “Culturale: le persone che non hanno rispettato il blocco, lo hanno deciso deliberatamente. Certo non tutti, ma chi l’ha fatto ha creato disagi anche a quanti, invece, avevano organizzato le auto in condivisione”. E sul fronte culturale bisognerà lavorare in futuro. Anche se è necessario muovere i primi passi dalle infrastrutture, a partire dalla metrotramvia che collegherà la Val Seriana al capoluogo, lungo una delle arterie più affollate. Perché in effetti, dice Cattaneo, dalle valli limitrofe arriva il grosso del traffico, ma le valli in quanto a collegamenti pubblici soffrono. Servono poi un Piano di mobilità per il comune, più piste ciclabili, bisogna potenziare i famosi parcheggi intermodali siti in periferia (“mentre finora la politica è stata quella dei parcheggi in centro, facendo convergere lì il traffico”).
La strada insomma è ancora lunga. E, per ora, piuttosto trafficata. !!pagebreak!!
Vimercate guarda ai mobility manager
Auto condivise e sconti sul bus
Vimercatese sostenibile, o almeno ci prova. Car pooling, gpl, navette aziendali qui -in quest’area della brianza milanese a ridosso di Monza- stanno diventando termini noti e pratiche sempre più utilizzate. Il progetto pilota della Provincia di Milano per il mobility management è partito nel 2001. Obiettivo: razionalizzare “gli spostamenti casa-lavoro compresi tra i 2 e i 6 chilometri di raggio”. Zona densamente popolata (200 mila persone) e con elevata presenza di aziende di dimensioni medio-grandi, per un totale di circa 80 mila dipendenti), interessate quindi dalle disposizioni del Decreto Ronchi del 1998 (vedi a lato).
Il 78,4% degli spostamenti quotidiani nella zona viene effettuato con mezzi privati, automobile in testa, ma nonostante questo, come testimonia un sondaggio condotto sul campo dalla stessa Provincia, il 44% delle persone si ritiene “per nulla o poco soddisfatto” dei mezzi utilizzati. Terreno fertile insomma per soluzioni alternative.
Il progetto è partito con l’adesione di sei comuni e di sette aziende con 12 mila lavoratori. Queste hanno individuato un mobility manager interno che elabori strategie che spingano i dipendenti a un maggiore utilizzo del trasporto pubblico o a soluzioni più sostenibili. Molte aziende si sono buttate sulla promozione del car pooling, l’auto in condivisione, hanno firmato convenzioni con le aziende di trasporto pubblico per avere abbonamenti scontati, oppure propongono incentivi per la conversione al gpl o al metano. Tra i diversi casi, quello della StMicroelectronics di Agrate Brianza, multinazionale con 17 sedi nel mondo, che ha attivato un apposito ufficio -il Mobility Point- che si occupa di organizzare le auto in condivisione, mettendo insieme orari ed esigenze dei dipendenti disponibili.
Ma la mobilità sostenibile nel Vimercatese coinvolge anche una manciata di Comuni ai quali, tra l’altro, sono stati forniti veicoli elettrici per gli spostamenti dei dipendenti in servizio. E l’esperimento inaugurato dalla Provincia tre anni fa allarga il tiro: oggi sul territorio sono coinvolti 15 Comuni e 43 aziende per un totale di 37 mila dipendenti.
Info: http://temi.provincia.mi.it/trasport/sicurmobil/index.html
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Ronchi, l’inascoltato
La Lombardia affoga nel traffico e la sostenibilità è ancora lontana. In una giornata feriale “tipo”, 5,7 milioni di abitanti (sugli 8 milioni del totale) si spostano in media 2,65 volte a persona. Che, nella nostra giornata tipo, si traduce in 15 milioni e 200 mila spostamenti. Una cifra che si concentra per il 22% tra le 7 e le 9 del mattino, dando vita ai familiari (e snervanti) ingorghi bene noti ai lombardi. Causa prima l’uso smodato dell’auto, utilizzata nel 69% dei casi come mezzo esclusivo (e in percentuali minori in abbinamento a mezzi pubblici).
È la provincia di Milano la principale calamita per il traffico regionale, con il 44% degli spostamenti attratti, e solo il 10% di questi arriva da altre province. Quello lombardo è un esempio tra quelli a cui dovrebbe mettere una pezza il Decreto Ronchi del 1998, dedicato proprio alla “Mobilità sostenibile nelle aree urbane”. L’idea è di individuare mobility manager aziendali e mobility manager d’area che sviluppino azioni per incentivare l’uso del trasporto pubblico nella tratta casa-lavoro. Tutte le imprese e gli enti pubblici con più di 300 dipendenti sono tenuti ad adeguarsi, ma il mancato adeguamento non viene sanzionato dalla legge.
E i risultati -scarsi- si vedono: oggi, a sei anni dall’approvazione del decreto, i mobility manager previsti sono 3.600, quelli individuati 1.257, quelli nominati soltanto 608. Sintomatica la situazione di Milano e 31 comuni limitrofi, con 39 nomine su 450.
Info: www.euromobility.org